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Cronaca Trissino

Pfas: "Abbattimento dei livelli, soprattutto nella "zona rossa"

Grazie a nuovi filtri la Regione mira a abbassare notevolmente i valori delle sostanze inquinanti nell'acqua. Screening programmato su 85mila cittadini

coordinata da Dell’Acqua, si è riunita martedì scorso e ha elaborato dal punto di vista tecnico la nuova proposta circa i limiti da applicare - i più drastici finora esistenti a livello internazionale – per quanto riguarda l’inquinamento dell’acqua potabile da sostanze perfluoro-alchiliche. Non l’ha voluto fare il governo a livello nazionale e la Regione del Veneto ha deciso di procedere in autonomia, essendo ormai diventata la realtà che dal 2013 ad oggi ha portato avanti lo studio più avanzato su queste sostanze. Per di più – ha reso noto Dell’Acqua – a scopo precauzionale sono state inserite nelle analisi anche le catene ramificate dei Pfas, sulle quali finora non c’era letteratura scientifica. I nuovi limiti che saranno adottati a breve dalla giunta regionale saranno quindi di 90 nanogrammi/per litro, intesi come somma di Pfoa e Pfos, considerando il limite di 30 nanogrammi per litro come concentrazione massima di Pfos. Nei Comuni più colpiti, quelli nella cosiddetta “zona rossa” con oltre 200 mila abitanti nelle province di Vicenza, Verona e, in parte minore, Padova, viene fissato un limite-obiettivo di performance per i Pfoa che non superi i 40 nanogrammi per litro. Per il “principio di precauzione” viene anche abbassata a 300 nanogrammi per litro la somma degli altri Pfas “a catena corta” (quindi ad esclusione di Pfos e Pfoa), anche se ancora nessun Paese al mondo ha posto questo limite specifico.

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