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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Pedemontana Veneta, l'affare si complica:"rischio di fattibilità" per la Corte di conti

Tra le criticità riscontrate: l'estrema lentezza dell'iter dell'opera; i costi della struttura commissariale che si sovrappongono a quelli degli organi ordinariamente deputati alle stesse funzioni; le carenze progettuali e il lievitare dei costi

Ancora problemi per la Pedemontana Veneta, il tratto stradale che punta a collegare il territorio Vicentino e il Trevigiano incrociando tre autostrade (la A4, A27 e A31). A puntare il freno è la Corte dei conti che definisce "a rischio di fattibilità" il progetto su cui si basa l'opera.

Tra le criticità riscontrate lo scorso anno, quali, fra le altre: l'estrema lentezza dell'iter dell'opera; i costi della struttura commissariale che si sovrappongono a quelli degli organi ordinariamente deputati alle stesse funzioni; le carenze progettuali; la portata di alcune clausole della convenzione; le difficoltà inerenti all'esecuzione dell'opera; l'esistenza di clausole contrattuali particolarmente favorevoli al concessionario; gli oneri e le penali e la loro rilevanza per i bilanci pubblici; le problematiche di ordine ambientale rilevate dal ministero competente; il lievitare dei costi.

L'intervento della Corte dei Conti arriva dopo giorni di polemiche. Dalla senatrice del Pd, Laura Puppato: "Luca Zaia è come due delle tre famose scimmiette, non vede, non sente, ma quanto parla, dalla mattina alla sera, inaugura e pontifica sul nulla. La Superstrada a pedaggio Pedemontana è un monumento al suo fallimento come governatore del Veneto, se una cosa del genere fosse successa al Governo Renzi, la Lega starebbe già strillando alle dimissioni, ma visto che i responsabili sono loro tutto va sotto silenzio".

"Cassa Depositi e Prestiti si sfila dal progetto, così la Bei, - continua Puppato - entrambe ritengono sovrastimati i flussi di percorrenza, abbiamo un concessionario che finora non ha messo 1 euro e ha utilizzato solo fondi pubblici, i lavori sono sotto il 20%, gli espropri appena sopra il 12%, tutto questo per un'opera di cui si parla dal 1990 con i soldi già spesi si sarebbe potuta realizzare un'arteria leggera, senza pedaggio e al servizio dei comuni, ma si è voluto perseguire un interesse diverso da quello del bene comune, un interesse che è un fallimento atteso e se verrà realizzata quest'opera produrrà un indebitamento della Regione che pagheranno i nostri figli per decenni. Zaia non tiri in ballo il Governo e i comuni, per una volta faccia autocritica e guardi in faccia la realtà, traendone le conclusioni".

Sulla stessa linea il capogruppo M5S in Regione, Jacopo Berti:"Non si può più continuare così. Zaia non è stato in grado di gestire l’unica grande opera del Veneto, che rappresenta il suo fallimento politico e che potrebbe diventare anche l'ennesimo fallimento economico della regione".

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