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Cronaca

Pay-tv pirata, filiale anche a Vicenza: clienti a rischio

Per gli inquirenti si tratta della "più rilevante organizzazione clandestina mondiale ideatrice e responsabile della diffusione illegale via internet delle emittenti televisive a pagamento"

Nella maxi operazione della Guardia di Finanza di Napoli, nome in codice "Eclissi" che ha portato al sequestro della piattaforma di streaming pirata Xtream Codes, appare anche Vicenza. La base del pezzotto era Napoli, con propaggini italiane nel capoluogo berico oltre che a Roma, Taranto, Avellino, Caserta, Cosenza, Messina, Bari e Palermo. Nelle carte della procura di Napoli, come scrive Il Giornale di Vicenza, compare anche un cittadino bangladese di 41 anni residente in città, che avrebbe gestito una diramazione dell'organizzazione. L'indagato avrebbe ricevuto il segnale e lo avrebbe diffuso, ricevendo una parte dei compensi. Ma sarebbero anche molti gli utenti vicentini che hanno usufruito del servizio illegale e che, assieme a un totale di 700mila abbonati,  ora tremano. Il rischio per loro è una sanzione che potrebbe arrivare a 26 mila euro e l'arresto fino a 3 anni. 

COME FUNZIONAVA LA PIATTAFORMA ILLEGALE

Oltre 100 militari del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza, come scrive Napolitoday, hanno eseguito una vasta operazione nei confronti della più rilevante organizzazione clandestina mondiale responsabile di quella che gli inquirenti hanno individuato come una "capillare diffusione illegale via Internet delle emittenti televisive a pagamento, le cosiddette IPTV (Internet Protocol Television)".

Una operazione che, fino ad ora, ha portato al sequestro e all'oscuramento della nota piattaforma informatica Xtream Codes con oltre 700 mila utenti online inibiti all'utilizzo di questo mezzo pirata. Sono, invece, sino ad ora 8 gli ordini europei di indagine nei confronti di una Associazione a delinquere a carattere trasnazionale emessi dalla Procura della Repubblica di Napoli ai quali sono eseguiti simultaneamente in Olanda, Francia, Grecia, Germania e Bulgaria con numerose perquisizioni per smantellare l'organizzazione e sequestrare i rilevanti proventi illeciti. 

Quella che per gli inquirenti è "la più rilevante organizzazione clandestina mondiale ideatrice e principale responsabile della capillare diffusione illegale via Internet delle emittenti televisive a pagamento come Sky, DAZN, Mediaset, Netflix, Infinity" è stata colpita grazie alle indagini, dirette dal Procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni Melillo e coordinate dal Procuratore Aggiunto, Vincenzo Piscitelli e dal sostituto procuratore Valeria Sico. Indagini che hanno consentito di individuare e disattivare la piattaforma internazionale di IPTV (Internet Protocol Television) più diffusa tra i pirati informatici. Oltre 5 milioni di utenti solo in Italia, per un giro d'affari stimato in circa 60 milioni di euro annui; la piattaforma Xtream Codes, ideata da 2 cittadini greci, consente agevolmente la trasformazione in dati informatici dei flussi audiovisivi protetti da copyright. I membri dell' Organizzazione, ha consentito di stabilire l'indagine, predisponevano e gestivano all'estero spazi informatici attraverso i quali ritrasmettevano i segnali su larga scala, anche in Italia.

Una fitta rete commerciale, diffusa su tutto il territorio nazionale e con basi prevalentemente in Lombardia, Veneto, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia riceveva il segnale grazie a questa tecnologia acquisendo illegalmente interi pacchetti di contenuti per la successiva rivendita al cliente finale ad un prezzo di 12 euro circa consentendo di vedere tutti i principali palinsesti Tv con un unico abbonamento. Otto sono gli ordini europei di indagine emessi dalla Procura di Napoli che, tramite l'Agenzia Europea per il coordinamento investigativo e la cooperazione giudiziaria 'Eurojust', sono stati eseguiti simultaneamente questa mattina in Olanda, Francia, Grecia, Germania e Bulgaria dalle rispettive polizie giudiziarie con l'ausilio dei militari del Nucleo Speciale nei confronti di 3 aziende e 5 persone fisiche oltre al sequestro ed all'oscuramento della intera piattaforma Xtream Codes, di 80 siti internet e di 183 server dedicati alla riproduzione e diffusione dei flussi audiovisivi, erogati, al momento del sequestro, ad oltre 700.000 utenti online. 

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