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Palladium Museum: disegni rari, modellini e multimedialità

Apre a Vicenza il Palladium Museum, dedicato al più famoso architetto di tutti i tempi, che qui ha lasciato le sue testimonianze più importanti, disseminando le vie di palazzi e monumenti, fino alle capanne africane

Un altro tassello nella grande celebrazione che Vicenza dedica ad Andrea Palladio. Apre i battenti il Palladium Museum, dedicato al più famoso architetto di tutti i tempi che nel capoluogo veneto ha lasciato le sue testimonianze più importanti, disseminando le vie di palazzi e monumenti.

"Il vero museo è proprio la città", ha detto Guido Beltramini, direttore del Cisa Palladio, il centro internazionale di ricerche nato nel 1958 per gli studi di architettura. Anche per il museo, sono state di vitale importanza le collaborazioni con il Royal Institute of British Architects di Londra e il Canadian Centre for Architecture, grazie ai quali arriveranno opere e testimonianze su Palladio di grande rilevanza. Ma dai rapporti con i partner internazionali, quello che arriva di sicuro è una nuova concezione di museo, improntato sui criteri della divulgazione anglosassone.

"Sarà un museo non statico, bensì in continuo movimento, che ogni anno si rinnoverà affrontando tematiche diverse", ha proseguito Beltramini illustrando quello che da l'avvio al programma espositivo, vale a dire la produzione della seta. Per raccontare il genio di Palladio, gli esperti hanno infatti puntato sulla società che ha favorito la nascita delle sue ardite soluzioni. "Nel '500 Vicenza era il maggior produttore di seta d'Europa, così ricca d'acqua e quindi di mulini", spiega il direttore del Cisa. E la classe dominante era colta e cosmopolita, in grado di comprendere la portata rivoluzionaria delle architetture palladiane, "sorta di astronavi atterrate tra i mattoni dei palazzi gotici".

Tanto questi ultimi erano approssimativi, tanto quelli di Palladio erano un vero e proprio universo di precisione. I Thiene, i Barbano, i Porto diventarono in breve tempo i suoi ricchi committenti e non badarono a spese per trasformare i loro palazzi e le ville di campagna facendo di Vicenza una città d'arte bellissima. A raccontare questo percorso, ecco quindi una pianta di gelso proprio al centro del cortile d'ingresso e tra due giorni arriveranno i bachi da seta che si ciberanno delle sue foglie. Nelle sale del palazzo, invece, i modellini, i preziosi disegni, installazioni multimediali che faranno apparire come oleogrammi gli studiosi più famosi del mondo pronti a spiegare le soluzioni innovative del grande architetto. Ad arricchire le varie sezioni, mostre fotografiche realizzate in Italia e all'estero (in Africa le capanne costruite in stile palladiano dagli schiavi americani liberati, che si erano ispirati alle dimore palladiane anch'esse dei loro padroni.

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