La scomparsa di Francesca, parla il custode: "Sono innocente"
La famiglia della donna si è offerta di rinunciare ad essere parte civile nel processo che vede Antonio Bilella accusato di omicidio. Lui per la prima volta si fa interrogare ma nega ogni addebito
Antonino Bilella, il custode della villa di Francesca Benetti, accusato dell’omicidio della donna e della scomparsa del suo cadavere, ha risposto, per la prima volta da quando è stato arrestato, per cinque ore alle domande dei magistrati. Bilella tuttavia continua a negare di aver ucciso la 55enne di Cologno Monzese scomparsa il 4 novembre scorso da Villa Adua di Potassa di Gavorrano.
LA FAMIGLIA ”Bilella ha perso una grande occasione per migliorare la sua posizione processuale”. E’ il commento dell’avvocato vicentino Agron Xhanaj, legale della famiglia di Francesca Benetti, alla notizia che il custode, nel corso dell’interrogatorio, ha negato di aver ucciso la donna. ”A questo punto – conclude Xhanaj, che aveva chiesto ieri sera a Bilella di riferire dove ha occultato il cadavere in cambio della rinuncia della famiglia a costituirsi parte civile – la strada sarà in salita e di certo non ci risparmieremo in dibattimento”.
L'INTERROGATORIO Oltre cinque ore di interrogatorio, il quarto da quando si trova in isolamento nel carcere di via Saffi a Grosseto, per il custode di Villa Adua, la casa colonica dove secondo la procura ha trovato la morte l’insegnante in pensione. “Bilella ha risposto a tutte le domande dei magistrati ha detto Francesca Carnicelli, uno dei legali che assistono l’agricoltore agrigentino dopo l’interrogatorio dando ampie ed esaustive spiegazioni su tutto quello che gli è stato chiesto”.
"SONO INNOCENTE" Bilella ha ricostruito per prima cosa tutto quello che successe il 4 novembre, giorno della scomparsa della donna. “Bilella ha detto l’avvocato Carnicelli ha raccontato di aver visto arrivare la signora Benetti con l’auto, di aver fatto delle cose in casa insieme a lei e poi di averla vista andar via”. Il custode ha anche spiegato meglio i rapporti tra i due: “Lavorava alla villa – ha continuato l’avvocato – e avevano normali rapporti di lavoro”. Sul sangue trovato sulla sedia che corrisponde al suo profilo genetico, Billa ha risposto di “essersi graffiato nell’aiutare la signora a mettere in casa le sedie perché stavano fuori, questa è stata la sua spiegazione”, ha spiegato il legale che adesso valuterà anche di chiedere “la modifica della custodia cautelare in carcere”. Poi sul pianale dell’auto, gettato dal Bilella giovedì 7 novembre in una strada di campagna, pianale nel quale sono state scoperte tracce ematiche che corrispondono al dna di Francesca Benetti: “L’ho buttato perché ero impaurito – ha detto Bilella – Il giorno prima i carabinieri mi avevano fatto alcune domande e io, preso dal panico, ho gettato il pianale”, confermando però di non sapere come “il sangue trovato della signora possa essere finito lì