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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Valdagno

Delitto di Villa Adua, si cerca complice: "E' stato un massacro"

Cominciano a delinenarsi i dettagli del presunto delitto dei Francesca Benetti, 55 anni di Valdagno, Vicenza. Secondo gli inquirenti la donna è stata uccisa dal custode della sua tenuta nel Grossetano

Dopo due giorni di indagini serrate, gli inqurenti hanno usato una parola agghiacciante per definire il presunto omicidio di Francesca Benetti: "Un  massacro". "Presunto" perchè i carabinieri, nonostante le ricerche a tappeto, non hanno ancora trovato il cadavere della povera 55enne di origini valdagnesi ed il fermato non ha confessato. Anzi, ha detto di non centrare nulla. IL FERMO DEL CUSTODE

Aggiornamento ore 19: 
Il gip di Grosseto Valeria Montesarchio ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere per Antonino Bilella, l'uomo accusato di aver ucciso e fatto sparire il cadavere di Francesca Benetti, la 56enne per la quale lavorava come fattore e custode della sua villa nel Grossetano. Bilella, che nell'interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere, ha detto ai suoi legali: "Non ho mai fatto male alla signora"

Aggiornamento ore 12: Antonino Bilella, il custode della villa di Francesca Benetti, accusato di omicidio, occultamento e distruzione di cadavere della 56enne che viveva in Maremma, "si è avvalso della facoltà di non rispondere e la Procura chiederà la custodia cautelare in carcere". Lo ha detto il procuratore Francesco Verusio all'uscita dal carcere di Grosseto dopo la conclusione dell'interrogatorio di garanzia all'uomo, fermato nella notte tra sabato e domenica.

SANGUE A.B., il custode della tenuta della donna nel Grossetano al centro delle indagini, amava il sangue e i coltelli. Si divertiva a sgozzare i cinghiali che catturava con le trappole nella boscaglia. E un giorno con la signora Francesca, la padrona di casa, si era vantato di aver squarciato una scrofa incinta e di aver estratto i feti ancora vivi. Forse, sospettano gli investigatori, il contadino siciliano aveva deciso di raccontarle quel fatto per intimorirla e convincerla ad accettare le continue e inquietanti avance. Lei ne era rimasta inorridita. Pochi giorni dopo sarebbe sparita per sempre. Massacrata, probabilmente a coltellate, e poi sepolta in uno dei tanti luoghi impenetrabili della Maremma.

LA PASSIONE Carabinieri e procura hanno pochi dubbi sulla colpevolezza di A. B., 69 anni, agrigentino, un passato recente da emigrato a Torino, molti sono gli indizi che inchioderebbero quest’uomo schivo, con pochi amici e una passione malata nei confronti di quella bella pensionata, solare e amante dello sport e e della natura, che un paio di anni fa aveva deciso di trasferirsi da Cologno Monzese in quel tratto di Toscana che amava di più, la Maremma, e dove era proprietaria di una tenuta di 20 ettari a Potassa di Gavorrano e di una casa a Follonica.

Il delitto di Villa Adua



"MASSACRO" Gli esami del luminol, sul sangue trovato nell’auto del sospetto omicida e nell’appartamento al primo piano della villa di Potassa (che la donna abitava soprattutto in estate), hanno dato elementi in più su questo presunto delitto. Ci sono segni di trascinamento di un corpo, in cucina, nel bagno e nella camera da letto. "Un massacro" sostengono gli investigatori

UN COMPLICE C’è poi un’ipotesi al quale in queste ore stanno lavorando gli investigatori: la presenza di un complice. Qualcuno avrebbe aiutato il fattore a disfarsi del corpo della vittima e forse ha assistito al delitto. Il complice avrebbe aiutato l’assassino a simulare la sparizione della donna (l’auto di Francesca è stata ritrovata davanti alla stazione di Follonica) e lo avrebbe riaccompagnato a casa. Il procuratore Francesco Verusio ha disposto accertamenti tra i conoscenti di Antonino Bilella e non si escludono provvedimenti nelle prossime ore.

CONFESSIONE Stamani, invece, ci sarà l’interrogatorio di garanzia dell’agricoltore e l’udienza di convalida del fermo. «Confidiamo in una confessione», dicono gli investigatori. Che potrebbe far ritrovare il corpo di Francesca anche se i due figli, studenti in Ingegneria a Milano, sperano ancora in un miracolo. Francesca Benetti, nata a Valdagno, Vicenza, 55 anni fa, diplomata Isef, aveva vissuto per molti anni a Cologno Monzese, hinterland di Milano. Si era sposata con un ingegnere molto conosciuto e apprezzato, Mario Spataro, dal quale si era separata dopo alcuni anni di matrimonio. Poi, dopo la morte del professionista per un tumore, Francesca aveva deciso di rifarsi una vita nelle due case toscane. E qui aveva riacquistato il sorriso e la passione per la palestra che frequentava quasi ogni giorno a Follonica. Nel casale di Potassa, immerso in venti ettari di bosco e oliveto, andava soprattutto l’estate. Aveva bisogno però di qualcuno che pensasse ai terreni. Erano stati alcuni conoscente di Cologno Monzese a indicargli Antonino, «un uomo schivo ma fidato». E lei aveva deciso di assumerlo: casa (al pian terreno) della villa praticamente gratis e gestione di gran parte del terreno. Il vecchio agricoltore aveva accettato. Poi una passione malata si era impadronita di lui.

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