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Cronaca Centro Storico / Contrà dei Torretti

Riaperto il caso dell'omicidio Fioretto: arrivano i "Cold case" per il dna

L'avvocato Pierangelo Fioretto e la moglie Mafalda furono freddati nel '91 a colpi di pistola. I sospetti si concentrarono su un bandito del veronese ma senza esito. Ora l'analisi del dna potrebbe dare un volto al colpevole

Un'avvocato e la moglie freddati a colpi di pistola davanti a casa, l'arma del delitto ed un guanto lasciati dall'assassino, rimasto per 20 anni senza volto. Oggi, grazie alle nuove teconologie di indagine uno dei gialli che ha scosso Vicenza potrebbe finalmente trovare un finale.

Il procuratore reggente Paolo Pecori ha firmato la richiesta per la riapertura delle indagini sull'omicidio dell'avvocato Pierangelo Fioretto e la moglie Mafalda Begnozzi, assassinati in contrà Torretti il 21 febbraio 1991. Il professionista stava rientrando a casa quando venne colpito da alcuni proiettili. Stessa sorte per la signora, che era scesa in strada per soccorrerlo. A terra fu lasciata una pistola Molgora, un'arma giocattolo modificata artigianalmente che aveva la stessa potenza assassina di una Beretta e un guanto.

All'epoca venne indagato un bandito che agiva nel veronese, ma senza esito. Ora spetterà alla squadra "Cold case" di Roma dare un nome all'assassino. Quel guanto, conservato per due decenni negli archivi del tribunale, potrebbe aver conservato tracce biologiche da cui ricavare il dna di chi sparò.

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