rotate-mobile
Cronaca Chiampo / Via Villaggio Marmi

Coniugi uccisi dal figlio 25enne: vicini «sconvolti»

La notizia dell'omicidio di Sergio Gugole e Lorena Zanin ha portato dolore e sgomento nella cittadina dell'Ovest vicentino. A poche ore dalla «tragedia» testimonianze e commenti non mancano: sul posto è intervenuto anche il primo cittadino del comune lessino

I dirimpettai descrivono i coniugi Sergio Gugole e Lorena Zanin uccisi ieri 15 marzo a colpi di pistola nella loro abitazione di Chiampo «come persone per bene e gentili con tutti». Pealtro la voce del duplice omicidio si era già sparsa nel quartiere sempre ieri quando via Villaggio Marmi s'è riempita di auto dei carabinieri e del Suem. Così riferisce la vicina Bruna Verola che conosceva bene le vittime. I carabinieri, coordinati dalla procura berica starebbero cercando di capire le ragioni profonde alla base del gesto. Si parla di continue richieste di danaro da parte del presunto omicida. Allo stesso tempo si sta cercando di capire se di eventuali disagi del giovane fossero in qualche modo venuti a conoscenza i servizi sociali. «Parlando in generale purtroppo - fanno sapere alcuni vicini - a Chiampo gli stupefacenti e la ludopatia sono un male oscuro di cui la comunità fa fatica a parlare. Ma il problema c'è ed è pesantissimo». Per di più, questo è il succo del ragionamento, l'emergenza coronavirus ha acuito la situazione.

«Sono sconvolto. I vicini sono sconvolti. Conoscevo quella famiglia perché sono cresciuto in quella via, nel condominio di fronte». Queste sono le parole del sindaco di Chiampo Matteo Macilotti accorso sul luogo «della tragedia» rese ai taccuini di Vicenzatoday.it. Dal fronte investigativo emergono frattanto altre novità. Il presunto omicida, ossia il 25enne chiampese Diego Gugole, avrebbe effettivamente avuto problemi di ludopatia tanto che la cosa sarebbe stata nota ai servizi sociali del Comune di Chiampo.

Tra chi vive in quel rione c'è chi parla per l'appunto di ripetute richieste di natura economica da parte del figlio indirizzate al padre e alla madre. Figlio che è stato definito al contempo «immaturo». Secondo gli inquirenti i debiti da ludopatia potrebbero essere alla base del movente: unitamente al pensiero maturato dall'indiziato di potere mettere le mani su una grossa somma, frutto dei risparmi di mamma e papà, con cui dare una scossa alla sua vita. Tra i residenti è così riecheggiato lo spettro del caso di Pietro Maso. Ad ogni buon conto pare che la situazione occupazionale del 25enne fosse al quanto precaria e che il presunto omicida avesse celato a piú riprese ai genitori di essere rimasto senza lavoro o di lavorare a molto singhiozzo. Gli investigatori stanno passando al vaglio una eventuale posizione debitoria del ragazzo per comprendere se lo stesso fosse finito o meno in un giro di strozzinaggio. C'è comunque il riserbo più assoluto su questa pista. Gli inquirenti poi starebbero passando ai raggi X anche la posizione di un uomo originario del Marocco e residente a Cologna Veneta che avrebbe venduto la pistola al presunto killer. Pure la cessione nonché i passaggi di mano dell'arma sarebbero al centro del lavoro investigativo dei militari di Vicenza, Valdagno e Arzignano.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Coniugi uccisi dal figlio 25enne: vicini «sconvolti»

VicenzaToday è in caricamento