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Cronaca

Rom fatti scendere per la puzza, Cgil: "Messaggio sinistro"

Marina Bergamin e Fabiola Carletto, segretaria e responsabile migranti della Cgil vicentina, intervengono sulla vicenda dei nomadi fatti scendere dall'autobus: "La prossima volta a chi più toccare"

"Ci sono parole e azioni che vanno al di là del fatto in sé e arrecano grandi danni". Inizia così la lettera aperta che Marina Bergamin, segretaria della Cgil vicentina, e Fabiola Carletto, responsabile del dipartimento migranti, firmano per intervenire sul caso dei rom di viale Cricoli fatti scendere dall'autobus "perchè puzzavano". LEGGI LA STORIA IL SONDAGGIO: E' GIUSTO FARLI SCENDERE?

"Un fatto di questa natura dà modo di riesumare un tema sempreverde, che di tanto in tanto affolla le pagine dei giornali, specie in odore di campagna elettorale - proseguono - e non consente tre approfondimenti di merito: In quali condizioni sono i campi rom di Vicenza? E quali sono i parametri di civiltà che devono essere garantiti a questi cittadini? Noi crediamo che ci sia ancora molto lavoro da fare e il tema stia nel perimetro dei compiti delle Amministrazioni locali, per quanto in difficoltà economica - si chiedono Bergamin e Carletto - Il secondo tema attiene alle libertà: come e chi è autorizzato a MISURARE la puzza, la ‘ributtanza’, la decenza del proprio vicino di autobus? Questo è un terreno assai scivoloso che non consente interpretazioni personali, pena il pregiudizio delle libertà altrui".

"E infine c’è il tema della tolleranza: quanto dura un tratto di viaggio in autobus … così tanto da non consentire di sopportare l’odore (non la molestia o la violenza) di un vicino scomodo? Non lo crediamo, ed è qui, che può insinuarsi la discriminazione - scrivono -
Le regole, lo sappiamo bene, possono essere sono giuste, sbagliate, insopportabili e da modificare. Finché ci sono vanno rispettate. Ma anche applicate con saggezza. Probabilmente all’ultima categoria appartengono quelle che non si misurano con la povertà, con i bordi della nostra società, o (magari) con il rispetto, anche e sopratutto nei confronti di quelli che non contano nulla, al momento della conta. Se non al rovescio". 

"Per questo il mero richiamo al rispetto delle regole in quanto a ‘puzza’ non ci convince affatto - concludono - Lancia un messaggio sinistro, che va al di là dei regolamenti e condiziona una cultura: sbattere fuori dall’autobus si può, ma la prossima volta a chi può toccare?"

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