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Cronaca Bassano del Grappa

Marco Milioni a Bassano: "Felice Maniero tra potere e consenso"

Il reporter sarà tra gli ospiti al convegno sul boss della Mala del Brenta, sabato alle 17. Qualche anticipazione sui temi che saranno trattati

Marco dunque, un po’ a sorpresa ti vediamo relatore in un convegno in cui si parla di Felice Maniero, tu che di solito ti occupi di questioni ambientali, spesso di infrastrutture e più in generale di questioni di stretta attualità. Significa che ci sono novità sull’ex boss della cosiddetta mala del Brenta?

In realtà d’improvviso Maniero ha ricominciato a riempire d’un tratto le pagine di molti quotidiani. Quindi l’argomento è tornato di stringente attualità. In realtà, con un po’ d’ironia, c’è anche un pochino del mio zampino in questo evento.

In che senso?

Quando ho letto i servizi fiume dedicati a Maniero hanno cominciato a spuntare come funghi lasciando da parte un pezzo del quadro mi sono se dal puzzle mancasse qualche tessera. Avevo mezzo pomeriggio libero, sul mio blog ho intervistato Alessandro Ambrosini che sui rapporti tra pezzi delle istituzioni e la storia della mala del Brenta ha scritto molte cose e poi la cosa è andata avanti per conto suo. Non mi aspettavo tra il blog e il mio canale Youtube tutti quei contatti per una cosa che ho cucinato più da blogger che da giornalista.

Ci saranno degli argomenti specifici che saranno trattati durante i vostri interventi?

Non sono in grado di dirti che cosa approfondiranno gli altri ovviamente, si tratta però di persone con una esperienza di primissimo ordine. Quanto a me dico solo che cercherò di mettere sul tavolo un po’ di fatti che riguardano Maniero; poi parlerò di come questi siano stati trattati dai media. Inevitabilmente si parlerà molto di giornalismo.

L’appeal di Maniero è ancora forte sul pubblico e non solo per il fatto che “Felicetto” sia stato protagonista di una fiction. Come te lo spieghi?

Ci sono tre fattori di cui dobbiamo tener conto. Uno, Maniero come tutti i criminali di rango è stato abile non solo sul piano militare, ma anche su quello, diciamo così diplomatico. Questo gli ha conferito un ascendente, soprattutto nei confronti della Saccisica, il territorio dal quale proviene, che nessuno può negare. Consenso e buoni rapporti col territorio sono imprescindibli per un malavitoso di rango. Ed è innegabile che Maniero un certo savoir faire lo abbia avuto. Due, Maniero ha collocato la sua ascesa in pieno miracolo del Nordest, incistandosi alla grande in quel boom. Diciamo che per certi versi ha impersonato il backoffice, o il retrobottega, di quel miracolo. Tre, la sua immagine di angelico e maledetto, è stata in qualche modo esaltata dalla fiction. Senza dubbio è vero. Tuttavia questa fascinazione verso i reconditi più oscuri del nostro animo è vecchia come il mondo. Ma non dimentichiamo una cosa tanto banale quanto importante.

Quale?

Se Maniero ha fatto ciò che ha fatto è anche perché nella sua storia criminale ci sono state delle connessioni con il potere.

Che cosa sarebbe interessare approfondire in questo senso?

Se è Maniero che si è avvicinato inevitabilmente a certi giri che contano o se una volta messosi in luce ci sia stato qualcuno che gli abbia aperto qualche canale speciale.

Pensi a qualche entratura in ambito economico?

Il potere economico è una delle varie declinazioni del potere. È tra le più visibili e tra le più accettate sul piano sociale. Non è un caso che i mafiosi poggino oggi il loro prestigio anche sul fatto di saper, a modo loro, competere sul mercato. Ma quella economica non è l’unica declinazione del potere.

In questo senso quali sono i rapporti di forza?

Lo storico Luciano Canfora nel suo libro dedicato a questo argomentoin modo assai lucido lo descrive «come un dominio di pochi che però non sussiste se non sa creare consenso, restando, beninteso, a tutti gli effetti dominio». Questa straordinaria definizione stampata a chiare lettere sul catalogo dell’editore del volume, mi riferisco a Laterza, circoscrive perfettamente una serie di relazioni che valgono per la politica, per l’economia, per le consorterie occulte. E chiaramente anche per il crimine.

Puoi usare una immagine più semplice?

Se proprio ci piacciono le tinte forti possiamo dire che di fronte ad una piovra tutti pensiamo ai tentacoli, ma la testa che li comanda è una sola.

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