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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Costabissara

Mamaloca, oltre mille firme, Diprè conferma: "Nessuna costrizione"

Erano circa 700 le persone arrivate a Costabissara per la serata informativa organizzata per spiegare le ragioni dell'opposizione allo sfratto. "Nessuna lamentela da parte delle suore"

Erano circa 700 i sostenitori del Mama L'Oca arrivati a Costabissara, giovedì sera, per l'assemblea convocata dai gestori per informare sullo sfratto e raccogliere le firme per la petizione che hanno lanciato. Avrebbero dovuto essere molti di più, in realtà, ma molti hanno dovuto fare marcia indietro perchè in paese non si trovava più un posto libero e la presenta di alcuni agenti della polizia locale scoraggiavano a lasciare l'auto fuori posto. 

Dopo aver spiegato la diatriba in corso con l'amministrazione, Cristiano Antonini, con l'avvocato Maurizio Pasqualon, ha distribuito copia della lettera anonima protocollata dal Comune, in cui si accusa il locale di essere "un luogo di perdizione". "Di sicuro non è stata scritta dalle Sorelle del Sacro Cuore che alloggiano in villa San Carlo (ndr: proprio davanti al Mama L'oca) - ha spiegato un giovane che ha preso la parola - Io collaboro con loro e posso assicurare che non si sono mai lamentate e, credo, non sappiano nemmeno bene cosa sia questo posto". 

"Al di là delle firme, siamo molto felici, per non dire commossi, della mobilitazione delle persone. Mi sono arrivati attestati di stima e appoggio anche da gestori di altri locali oltre a decine di post su Facebook di clienti di ogni età che sono con noi". "Se decidessimo di non partecipare al nuovo bando, con le nuove condizioni, sappiamo che in questi anni abbiamo fatto un buon lavoro e la gente si seguirà anche in una nuova avventura altrove". 

Col Mama L'oca anche Andrea Diprè che, con una lettera, ha confermato la versione fornita dai gestori a proposito dell'intervista, messa sotto accusa dal comune: "Il mio intervistato, che avevo già conosciuto, era consenziente e ha firmato una liberatoria. I gestori non sapevano dei contenuti del video ed ho pagato l'affitto della sala comunale, per il quale ho ricevuto regolare ricevuta". Essendo che l'altra copia è andata al Comune, come i 50 euro del famigerato produttore, l'amministrazione sapeva dell'intervista sin dal 2013, senza, però, muovere alcuna critica puntuale, se non alcuni giorni fa. 

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