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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Perde la liquidazione con la "comunità per lo shopping": primo esposto nel Vicentino

A rivolgersi ai finanzieri contro Lyoness, sanzionata dall’Agcm per il suo sistema piramidale, una donna del Vicentino che ha perso 10mila euro

Licenziata dalla ditta dove lavorava da trent’anni, ha investito parte della liquidazione, oltre diecimila euro, in quella che credeva un’occasione di riscatto, ma tre anni dopo si è ritrovava a mani vuote e con tanta rabbia. Depositato il 27 agosto da una 55enne residente in un centro della provincia  alla Guardia di Finanza di Vicenza l’ennesimo esposto - il primo nel Vicentino - contro Lyoness. A comunicarlo Studio3A-Valore S.p.A, la società specializzata nel risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini alla quale si sono affidate 296 persone da tutta Italia per riavere indietro le somme investite, in totale 2 milioni e 539mila euro, dalla nota shopping community. Nel provvedimento dell’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato con il quale Lyoness è stata sanzionata con una multa di 3,2 milioni di euro, si legge: “il sistema di promozione usato per diffondere fra i consumatori una formula di acquisto di beni con cashback (la restituzione di una percentuale del denaro speso negli esercenti convenzionati) è scorretto in quanto integra un sistema dalle caratteristiche piramidali, fattispecie annoverata dal Codice del Consumo tra le pratiche commerciali in ogni caso ingannevoli”. Di questi 296 ex aderenti, 101 sono veneti e 24 vicentini.

LA VICENDA 

La storia della 55enne è raccontata dallo stesso Studio 3A. «La donna viene introdotta nel mondo Lyoness nel maggio 2016 da un’amica e acquisisce la card per gli acquisti in cashback, sistema di multilevel marketing basato sul coinvolgimento di un numero sempre maggiore di consumatori, a cui si prospetta un notevole ritorno economico a partire dagli shopping point e dai “bonus amicizia” ottenuti con gli acquisti negli esercizi affiliati e da quelli effettuati dai consumatori che a propria volta si invitano (lo sconto è solo dello 0,5%). Sfruttando le difficoltà del momento (la ditta dove lavora ha avviato varie procedure di licenziamento), durante le serate informative i relatori “molto persuasivi e accattivanti” della comunità la convincono, dietro l’assicurazione di facili guadagni, al grande passo: diventare Premium Marketer, “sviluppatore” del sistema, attività che si alimenta sul reclutamento nel circuito di nuovi aderenti»

Qui però inizia l’emorragia. «Per avviare una propria carriera di promotori nella “catena” viene chiesto con insistenza - gli aderenti parlano di “forti pressioni psicologiche dei leader” - il pagamento di varie quote: solo quella d’ingresso è di 2.400 euro, ma poi, ogni volta che Lyoness parte con un nuovo progetto di cashback in un un altro Paese, ne viene “caldeggiata” un’altra, cloud, di 1.500 euro per trarre vantaggi anche nel mercato di quello Stato», specifica Studio 3A. 

La signora, alla fine acquisterà quattro quote. Lasciata a casa della sua azienda, sacrifica parte della liquidazione. «Ma poi ci sono le riunioni continue, le convention internazionali anche all’estero, tutte a proprie spese, a cui non si può mancare per non restare tagliati fuori dal gruppo, i workshop, pure questi a pagamento, per imparare le tecniche da chi è in cima alla piramide, i 50 euro al mese per tenere aperto il proprio Easy shop - continua la  società specializzata nel risarcimento danni - In totale la malcapitata ha investito 10.575 euro, per avere un ritorno minimo, neanche mille euro. Che poi è il motivo fondante che ha portato al provvedimento del Garante».

IL CASHBACK

Il cashback è un metodo diffuso in tutto il mondo, ma nello specifico, spiega Studio3A, «è emerso come esso e la possibilità di ottenere uno sconto differito sugli acquisti costituiscano solo un aspetto secondario dell’attività di Lyoness e del volume economico generato dal sistema: un sesto dei ricavi complessivi. Il resto si regge sulle quote richieste ai marketer per avviare e proseguire la carriera». Sarebbe sulla scorta di tale meccanismo, che vale oltre l’80% del fatturato Lyoness, e di cui il Garante ha inibito la prosecuzione, che Agcm ha individuato il sistema come piramidale: lo Schema Ponzi, che permette ai primi che iniziano la catena di ottenere elevati ritorni economici ma impone ai successivi subentrati di coinvolgere altre persone o investire sempre maggiori somme di danaro per avere un effettivo riscontro.

Il risultato è che i guadagni degli affiliati derivano quasi esclusivamente dalle quote pagate dai nuovi investitori o dagli stessi affiliati, e non da attività produttive e commerciali. Un sistema fisiologicamente destinato a non remunerare la stragrande maggioranza degli aderenti: dall’istruttoria risulta che i soggetti che sono effettivamente riusciti a conseguire posizioni rilevanti nel sistema corrispondono appena allo 0,04%, solo 31 Lyconet su 67.016 operanti in Italia.

L'ESPOSTO

La vicentina, attraverso la consulente personale Alice Righi ha deciso di rivolgersi a Studio3A, come altri 300 aderenti. Lo studio ha subito richiesto a Lyoness la restituzione integrale delle somme per i propri assistiti e di fronte alla sua disponibilità di restituirne solo una percentuale, ha deciso di rompere gli indugi coinvolgendo anche i finanzieri per le opportune indagini finanziarie: prima di quello di Vicenza, sono già stati presentati una ventina di altri esposti in tutto il Paese nei comandi delle Fiamme Gialle di Torino, Milano, Verona, Reggio Emilia, Alessandria, Perugia, Lucca, etc. Inoltre, Studio 3A ha deciso di adire le vie legali per fare  chiarezza su un fenomeno che interessa decine di migliaia di famiglie, ed è stata depositata una citazione in causa generale avanti al Tribunale di Verona, provincia dove ha sede legale Lyoness Italia. 

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