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Cronaca

Le tre erbe letali del vicentino

E' tempo di passeggiate nei boschi, in collina o in montagna. Attratti fortemente dalla bellezza della natura, durante una raccolta di erbe spontanee, ci sarà capitato di restare incantati dinanzi una pianta o un fiore dai colori sgargianti. Nessuno immagina che toccare un fiore possa essere mortale

Alcune piante sono così velenose che ti faranno rimpiangere il fatto di non aver resistito.  Nel dubbio restate ad ammirarla, potrebbe essere  la migliore decisione presa in vita.

Dove le puoi trovare? Anche nel giardino di casa tua, in effetti sono più diffuse di quanto tu possa pensare. Ecco allora le tre piante che troviamo nel vicentino e dalle quali sarebbe il caso di prestare la giusta attenzione.

Cicuta_virosa-2Vi ricordate come si suicidò Socrate? Lo fece con la Cicuta, una pianta erbacea altamente velenosa che può provocare la morte. La si trova fino a 1800 metri di altitudine, nei luoghi abbandonati e rocciosi, nelle stradine poco frequentate dei borghi e fiorisce nei mesi di giugno e luglio. Il suo potente veleno si cela nei frutti verdi che produce, nelle foglie, fiori e radici. Se la riconoscete non avvicinatevi, non raccoglietene i fiori e non la toccate.

Di nefasti episodi con veleni pronti ad uccidere ne è piena la storia e un’altra pianta da cui stare lontani è la Belladonna. Cresce sui muri e nei vecchi ruderi durante l’estate, anche dalle nostre parti. Le bacche sembrano delle piccole ciliegie e chi le ha assaggiate, potendolo raccontare, ne ha constatato anche il sapore dolciastro, simile appunto a quello della ciliegia. Il pericolo mortale giunge all’assunzione dei 100mg per un adulto, la metà per un bambino. Agisce paralizzando quasi immediatamente il corpo e la morte giunge Belladonna142-2dopo 24 o 36 ore dall’assunzione Tutte le parti della pianta sono letali. “La ciliegia della pazzia” veniva utilizzata contro i nemici come metodo di confessione, mentre nel Rinascimento le donne la utilizzavano come phard sulle gote per apparire più belle. Le streghe nel medioevo erano convinte di volare con la scopa dopo aver assunto piccole dosi di Belladonna, di fatto uno degli effetti collaterali è proprio l’allucinazione, voli pindarici mentali che probabilmente hanno contribuito a rendere queste donne misteriose e a temerne i malefici.

Un altro veleno la cui dose letale è bassissima è l’Aconite. Ne bastano 5mg per kg di massa corporea e la morte avviene in poche ore con crampi violenti e perdita della coscienza. Cresce in luoghi ombreggiati delle zone collinari e montuose, fiorisce in estate ed spesso la si trova come ornamento nei nostri Aconitum-columbianum-Monkshood,-Aconite-2giardini. Il suo sapore è aspro e pungente e se ridotta in polvere apparirà di colore bianco giallastro. Viene definita “l’erba del diavolo” perché tanto è bella quanto velenosa. Se la tenete in mano il suo veleno è capace di essere assorbito dalla pelle e siccome non si conosce ancora un antidoto, sarebbe meglio evitare ogni contatto.

Molti vegetali sono ricchi di principi attivi, ma è la quantità che ne determina la delicata soglia tra pianta medicinale e pianta velenosa. Attenzione quindi a non diventare botanici per un giorno se non se ne conoscono alla perfezione le specie, a raccogliere o anche solo sfiorare piante di cui non si conoscono le origini, a far ingerire ai propri figli bacche o frutti dai colori insoliti, la natura può essere pericolosa e tossica, un avvelenamento si cela dietro una straordinaria bellezza.

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