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Cronaca Bassano del Grappa

L'arte delle cave di Rubbio

Abbandonate negli anni '60, le cave hanno trovato nuova vita nel 1989 grazie all'idea geniale dell'artista bassanese Toni Zarpellon, la zona è l'ideale per una passeggiata tra arte , storia e natura

Le “Cave di Rubbio” si trovano a Rubbio, frazione di Conco per tre quarti, e di Bassano del Grappa per il restante quarto. Rubbio, posto sul cave-di-rubbio-2bordo mediorientale dell’Altopiano di Asiago ad una quota di 1057 m. s.l.m. dista 18 Km da Bassano del Grappa e 15 da Asiago.

Il contesto storico-geografico vede le “Cave di Rubbio” situate nel mezzo di due importanti riferimenti quali “I Trinceroni di Monte Campolongo”, itinerario storico di trincee della Grande Guerra, e la via d’ascensione al Monte Caina, sentiero del C.A.I. già importante via di accesso all’Altopiano di Asiago dalla Vallata del Brenta in epoca medioevale. Nella parte subito a nord delle “Cave di Rubbio”, si apre il biotopo della “Vallerana” posto privilegiato per vedere e comprendere alcune delle peculiarità ambientali dell'Altopiano, secondo diversi punti di vista: flora, fauna, idrologia,presenza dell'uomo.

Le "Cave di Rubbio", cave di pietra bianca dell'Altopiano di Asiago abbandonate negli anni '60, sono tornate in vita grazie ad un insolito intervento di recupero.

L'idea del recupero delle “Cave di Rubbio” vienee all'artista bassanese Toni Zarpellon dopo una mostra personale del 1988, allestita nelCave-di-Rubbio-Conco-by-Toni-Zarpellon-13-1024x768-2 "Garage di via Chiesa" a Rubbio. Proprio in quell'occasione nacque l'interesse e lo stimolo per l'artista, che in breve diventò una sfida personale con l'ambiente della cava, degradato ed abbandonato dall'uomo. La sfida fu quella di vedere se da quei massi di pietra grigia poteva, con l'uso del colore,nascere un mondo di immagini antropomorfe e forme che potessero in qualche modo esserecollegate ad un immaginario bestiario. Nell’inverno del 1989 ebbero inizio i lavori di recuperodella prima delle tre cave, la "Cava dipinta". Vicino alla "Cava Dipinta" si trova la "Cava Abitata" eseguita nel 1991 e così definita perché al suo interno sono stati collocati circa 150 serbatoi di auto di varie forme e dimensioni i quali, grazie a tagli e fenditure ottenuti con scalpelli e sgorbie hanno assunto sembianze umane e animali. La terza ed ultima cava "Laboratorio" è uno spazio aperto all'immaginazione, un luogo di sperimentazione all'interno del quale ogni intervento è lasciato alla libera interpretazione dei visitatori.

Testo (Vicenzae)

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