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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Inchiesta Pfas in procura: l'ipotesi di reato è il disastro ambientale

L'annuncio dell'indagine che potrebbe portare al grave capo di imputazione è stata data mercoledì mattina dal procuratore capo Cappelleri in un incontro con le mamme no-pfas in tribunale a Vicenza

"Aspettiamo il deposito delle consulze tecnice e sulla quella base vedremo se è possibile formulare il capo di imputazione sul reato di disastro ambientale"

Con queste parole il procuratore capo di Vicenza Antonino Cappelleri ha commentato il post incontro avvenuto questa mattina in tribunale a Vicenza con una rappresentanza delle mamme no Pfas. L'intenzione della procura è di "arrivare in un tempo breve alla prima fase del processo Pfas", ha sottolineato Cappelleri. Vale a dire entro la fine del 2018. 

Tempi più lunghi, invece, per verificare quanto l'inquinamento delle sostanze abbia influito sulla salute umana così come l'eventuale sequestro della Miteni, ritenuta responsabile dello sversamento dei prodotti inquinanti nelle falde, chiesto dalle associazioni al procuratore. 

Proprio davanti all'azienda di Trissino il Movimento no Pfas ha organizzato per domenica prossima una manifestazione con sit-in e disribuzione di materiale informativo. 

“Il reato di disastro ambientale prevede fino a 15 anni di reclusione ed è sintomatico che finalmente, grazie all’enorme lavoro svolto dal Governo e dal PD, le cose si stanno muovendo nella giusta direzione. In questo momento non posso non dedicare un pensiero alle mamme del Comitato NO-PFAS, donne coraggiose che da anni combattono per i loro figli, hanno il pieno diritto di avere giustizia” , ha dichiarato con una nota Laura Puppato, ex-senatrice PD che da tempo collabora con i comitati NO PFAS, avendo a febbraio organizzato un incontro al Ministero dell’Ambiente.


 

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