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Cronaca

Francesca Dri uccisa dal metadone, nei guai l'amica vicentina

A confermare la causa del decesso, 'overdose di metadone in soggetto non avvezzo', sono state le analisi tossicoliche fatte eseguire alla Procura di Venezia. Unica indagata una 30enne vicentina

E' stata un'overdose di metadone ad uccidere Francesca Dri, la giovane di 23 anni trovata cadavere il 19 ottobre scorso nella stanza da letto della casa del suo fidanzato 18enne, a Venezia. La sostanza arriverebbe da Vicenza.

A confermare la causa del decesso, 'overdose di metadone in soggetto non avvezzo', sono state le analisi tossicoliche fatte eseguire alla Procura di Venezia, che ha iscritto nel registro degli indagati un'amica di Francesca. Si tratta di una 30enne di Vicenza, che con lei frequentava un corso di belle arti, a Venezia, e con la quale aveva trascorso la serata precedente la tragedia.

Lo sviluppo dell'inchiesta è il risultato delle indagini portate avanti in queste settimane dalla squadra mobile della Questura di Venezia, che ha ricostruito passo passo le ultime ore di vita della giovane. Secondo gli elementi in mano agli investigatori, Francesca e l'amica vicentina avrebbero passato la sera del 18 ottobre divertendosi e bevendo alcuni aperitivi in locali delle zona di Rialto e San Marco. Poi avevano finito la serata nella casa della 30enne; è possibile che qui vi sia stata l'assunzione del metadone, assieme a delle birre.

La donna vicentina è indagata per detenzione illecita di metadone, e dovrà rispondere anche dell'accusa della morte dell'amica in conseguenza di altro delitto, oltre che di omissione di soccorso. In passato la 30enne aveva avuto problemi di droga; secondo gli accertamenti svolti dalla mobile, il metadone le sarebbe stato ceduto da un amico vicentino, un 39enne attualmente in cura al Sert della città berica.

Una perquisizione delegata dalla Pm Lucia D'Alessandro in casa di quest'ultimo ha permesso di rintracciare in casa di questi una fialetta di metadone che sarebbe compatibile con quello le cui tracce sono state rinvenute dall'anatomopatologo nel corpo della vittima. Le eventuali responsabilità dell'uomo nei fatti che hanno portato al decesso di Francesca Dri sono ancora al vaglio dei magistrati.

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