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Cronaca

Duplice femminicidio, mentre il killer pianificava il massacro risultava "pulito" ai controlli

Tra procedimenti e processi in corso, il 42enne bosniaco, secondo quanto emerso dagli accertamenti giudiziari, sapeva bene come "nascondere" la sua furia omicida

A poche ore dal massacro, gli investigatori fanno chiarezza sul passato di Zlatan Vasiljevic, il 42enne bosniaco che ha distrutto la vita di due donne, l'ex moglie Lidia Miljkovic e l'ex compagna Gabriela Serrano, freddandodole a colpi di pistola.

La Procura di Vicenza rende noto che l'ultimo procedimento a carico di Zlatan Vasiljevic risale al marzo 2019, successivamente nessuna ulteriore denuncia o segnalazione era pervenuta dall'ex moglie o dai suoi famigliari. A carico del 42enne una contravvenzione al Codice della Strada, datata 25 maggio 2022. Come ad acclarare che l'uomo ora fosse "pulito".

Le accuse di maltrattamenti

Eppure sul suo passato pesano accuse gravissime che, nell'aprile 2019, l'hanno portato all'arresto. Misura poi attenuata con i domiciliari e con il divieto di avvicinamento alla persona offesa e dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. L'uomo, dal 4 aprile 2019 al 2 febbraio 2021 era stato continuativamente sottoposto a misura cautelari ma in quel periodo non risultano segnalazioni di violazione alle prescrizioni tanto che, nell'udienza preliminare del Tribunale di Vicenza con sentenza del 2 luglio 2020, la pena era passata ad uno e mesi dieci di reclusione, con condanna al risarcimento dei danni in favore dell'ex moglie, costituita parte civile.

Il 42enne era accusato di maltrattamenti aggravati e di lesioni personali aggravate, con assoluzione per il reato di violenza sessuale pluriaggravata, in quest'ultimo caso facendo riferimento alle dichiarazioni rese dalla donna. Il giudice non concedeva il beneficio della sospensione condizionale della pena in quanto: "la lunghissima protrazione delle condotte di maltrattamento..non consente di ritenere che in futuro l'imputato si asterrà dalla commissione di ulteriori condotte aggressive, trattandosi di una modalità relazionale certo agevolata dall'abuso di alcolici, ma che trova fondamento in un sostrato culturale arretrato, basato su una concezione del rapporto uomo-donna di tipo padronale e dominante, che nemmeno l'avvio del precedente procedimento penale (nel quale fu chiesto l'allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa e dai prossimi congiunti) - con applicazione della misura cautelare - aveva in alcun modo scardinato e ridimensionato".

Eppure, il 42enne ne usciva sempre "pulito". Le relazioni del Serd e dell'Associazione Ares hanno dato atto che il percorso riabilitativo e rieducativo al quale era sottoposto: "Stava avendo buon esito seuppur non sufficiente alla concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena...".

Le valutazioni positive

In seguito, Vasiljevic aveva ottenuto la riduzinoe di pena ad un anno e sei di reclusione e concesso il beneficio della sospensione condizionale della pena. La valutazione finale del Serd era infatti risultata positiva: "Evidenziandosi una condizione di astinenza iniziata almeno un anno prima della data di attestazione, senza ausilio di terapia farmacologica" e positivo era risultato anche il percorso psicologico rieducativo.

Eppure, a fronte di quanto poi è riuscito a pianificare e a mettere in atto, tutto si può dire tranne che il suo percorso fosse positivo.

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