Felice Maniero: le sue "verità" e il tesoro nascosto
Il vero boss della Mala del Brenta è stato “vestito di oblio" negli ultimi 20 anni. Un silenzio che è stato rotto, periodicamente, solo fargli raccontare le sue verità sul passato e sul presente da uomo libero. Sabato un convegno a Bassano
Oggi, se tu fermi un ragazzo di 20 anni e chiedi chi è Felice Maniero, nel migliore dei casi, sentirai risponderti che è quel bandito interpretato da Elio Germano in una fiction vista su Sky. Una distorsione, una mancanza di reale informazione che racconta l’oblio di cui, il vero boss di quella che fu la Mala del Brenta, è stato “vestito” negli ultimi 20 anni. Un silenzio che è stato rotto, periodicamente, solo fargli raccontare le sue verità sul passato e sul presente da uomo libero.
IL CONVEGNO: "Giù la maschera: Felice Maniero tra misteri e verità"
Ma chi è Felice Maniero
e perché rimane un criminale e un protagonista discusso dell'immaginario collettivo veneto?
Felix o Felicetto, come veniva chiamato, ha fatto tutto ciò che un malavitoso possa pensare di mettere in pratica per gestire una holding del crimine che, tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’90, annoverava un piccolo esercito di circa 400 persone. Non una “paranza” o una “batteria” ma una struttura criminale che ha dominato incontrastata il nord-est per arrivare fino a Brescia e a Modena. Rapine, rapimenti, traffico di stupefacenti, gioco d’azzardo e usura le sue “specialità” condite da una serie di omicidi che, per sua stessa ammissione, sono stati regolamenti di conti interni alla banda per ribadire il suo potere.