L'esame di maturità, per la mole richiesta di contenuti ed informazioni, mette a dura prova la resistenza e le capacità emotive degli studenti alla conclusione del percorso di studi superiore. Come il maturando affronterà tale prova rimane parte della sua storia personale, anche da adulto.

Il primo consiglio che il pedagogista clinico del Centro Studi Specialistici "San Marco" con sede nel Vicentino a Monticello Conte Otto, Federica Ciccanti, vuole dare ai ragazzi che si preparano ad affrontare scritti ed orali è innanzitutto quello di dire stop ai suggerimenti dell'ultima ora. «Se ti sei preparato, è bene non ascoltare i consigli dell'ultima ora su cosa studiare o meno. Il rischio è che l'ansia aumenti, facendoti girare a vuoto. Meglio non cercare informazioni in internet dove tutti dicono il contrario di tutto, e spesso sbagliano, né dar ascolto ai tuoi compagni che, non te lo dicono, ma potrebbero essere più stressati di te».

Uno dei nemici della preparazione è infatti l'ansia, che bisogna imparare a tenere sotto controllo. Se da una parte è utile perché attiva la persona e può offrire la giusta "benzina" al motore per far fronte all'esame, dall'altra «può abbassare il rendimento generale o, peggio, rovinare il risultato» evidenzia l'esperta. Cosa fare? Non sottovalutarla, esorta: «Ogni prova nasconde una dose di ansia, nessuno è immune. Bisogna riconoscere ciò, senza vergognarsi: non esiste lo studente perfetto che affronta un esame senza un po' di timore». Altro escamotage è dedicarsi ad attività per contenere lo stress e guadagnare lucidità mentale ed emotiva: concedersi una passeggiata all'aperto, praticare sport, guardare un film, leggere un libro. Gettarsi a capofitto nello studio, senza pause, è controproducente. La vita è equilibrio: a fronte della tensione, ci deve essere il relax.

Altra dritta per i maturandi è non tirare i remi in barca davanti alle difficoltà: l'ultimo miglio è quello decisivo. «Ogni giorno può fare la differenza, ogni azione può portare una deviazione positiva. Le partite finiscono quando fischia l'arbitro - conclude Ciccanti -. Inutile rischiare di sciupare l'occasione di dimostrare, prima di tutto a se stessi e al mondo, quanto si vale perché si abbandona il campo prima della fine. Mancano pochi giorni, ci sono più prove ed ognuna è importante».