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Cronaca Arzignano

Arzignano, è miliardaria ma in... lire: fa causa a Bankitalia

La vicenda giudiziaria è in carico allo studio Stefano Rossi. La donna, una 60enne romana residente nel Vicentino, ha ereditato una cassetta di sicurezza in una banca svizzera con all'interno 5 miliardi del vecchio conio

E' diventata miliardaria ma... in lire. Ora la signara M.B. dovrà affrontare una battaglia legale contro Bankitalia e il Ministero dell'Economia per veder riconosciuto il suo diritto a convertire in euro la cospicua eredità. 

La 60enne, romana residente ad Arzigano, alla morte del nonno, ha rinvenuto le chiavi di una cassetta di sicurezza dell’UBS di Ginevra, dove l'anziano aveva anche un deposito in conto corrente. A febbraio è stata aperta ed al suo interno sono stati rinvenuti, oltre a diversi titoli di Stato  una ingente somma di denaro in lire in banconote da 500mila lire e titoli di Stato di vario taglio per un valore complessivo di quasi 5 miliardi del vecchio conio. 

Vi lasciamo dedurre lo stupore e la contentezza della stessa che si è accorta del grande tesoro. Sarà pur vero che gli Italiani non si sono mai fidati dei conti correnti delle Banche (e forse anche a ragione !) ed hanno preferito nascondere i soldi, nelle cassette di sicurezza, ma come fare per il cambio lire/euro !? Allo stupore è però seguita l’amarezza quando allo sportello Bankitalia gli era stato detto, a fine marzo, che il cambio in euro non è era più possibile.

racconta l'avvocato Stefano Rossi, che sta assistendo la signora. Secondo il professionista però non c'è da perdere le speranze: 

Se è vero infatti che era stato stabilito un termine decennale (2002-2012) per il cambio delle lire in euro è altrettanto vero – come sostiene ampiamente la Giurisprudenza – che qualsiasi termine di prescrizione o decadenza decorre da quando il soggetto è posto in grado di far valere il proprio diritto, quindi nei casi in esame i dieci anni per il cambio lire/euro decorrono dal giorno del ritrovamento delle somme in lire.

Intanto alcuni cittadini, in casi praticamente identici avevano sollevato l’illegittimità costituzionale del decreto Monti (art. 26 D.L. 121 del 6.12.2011) che aveva sancito l’immediata decadenza del cambio della lira in euro.

Poi la sentenza 216/2015 della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità della norma Monti, riportando il nostro Paese sulla lunghezza d’onda degli altri Paesi della Comunità europei. 

Secondo l'avvocato Rossi, il tribunale di Vicenza potrebbe esprimersi in primo grado nel giro di un anno e mezzo. 

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