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Cronaca

Il lungo fiume di veleno scorre sulle ciclabili di Vicenza

Grazie al passaparola e a bigliettini staccabili come quelli degli affitti è possibile farsi portare a casa dosi di qualsiasi cosa. Poi ci pensa il "pitone"


Questi “pony express”, disponibili h24, non sono un servizio che si può debellare facilmente. Anzi. Il loro “segreto” è che non trasportano niente esternamente al loro corpo. Le dosi, divise in palline, non le troverai mai in bocca, dentro ai vestiti o nella bicicletta. Con un metodo che potrebbe ricordare quello di un pitone, trattengono questi involucri all’interno della gola. Una modalità complicata che presuppone una preparazione particolare dello stesso spacciatore.

Ed è tramite un rigurgito che dalla loro bocca poi esce questa pallina che può contenere eroina, cocaina o il modaiolo “speedball”, un doppio involucro termosaldato contenente una dose di entrambi gli stupefacenti.  Un mix che ti fa “salire” e poi “scendere”. Il metodo perfetto per equilibrare gli effetti delle droghe pesanti. Il costo? Venti euro per le due dosi, che possono pesare 0,1/0,2 grammi. Trasporto compreso. 

Droga per tutte le tasche


Un prezzo accessibile a tutti, studenti compresi. Una “politica di mercato” orizzontale, che possa essere a disposizione per ogni genere di tasca e di età. Il caso delle studentesse di Thiene insegna. Una politica che non costringa i tossicodipendenti a rubare o a rapinare negozi e farmacie e che quindi non inneschi un problema sociale.

Anche se il problema sociale è ormai visibile ad occhio nudo.  Anche senza rapine. Lo è dal momento in cui Vicenza viene considerata nel mondo dei tossicodipendenti una sorta di Bangkok, di bazar a cielo aperto dove tutto è acquistabile a buon prezzo e senza paura che i pusher finiscano di albergare a Campo Marzio, al Park Farini, al parco di via Adenauer o al Park Cattaneo. Il riciclo degli “spacciamorte” è continuo, figlio anche di un esodo migratorio difficilmente frenabile, non controllabile e senza prospettive che possano creare l’alternativa. Sono la cosiddetta “carne da cannone”, i sacrificabili. E per questo senza molte remore morali. 

Verso la "piena"


È una marea lenta quella che sta crescendo a Vicenza, silenziosa e letale. Corre su strada e sui telefoni della città, una città che sempre silenziosamente conta i morti o i suoi nuovi tossicodipendenti senza più stupirsi o preoccuparsi. È ormai una questione di statistica. È quasi l’inevitabile per molti, una regola mortale.

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