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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Bassano del Grappa

Caso Tosi-Rai tre, assolto il vicentino Borsato

Nel processo per il dossieraggio contro Report la magistratura scaligera condanna per diffamazione l'ex sindaco di Verona: per lui e per il musicista di Cartigliano è caduta invece l'accusa di calunnia

Mentre sui social network non si esauriscono le eco dopo la sentenza di condanna per diffamazione emessa ieri dal tribunale di Verona per l'affaire Tosi-Report, dall'ambito processuale emerge un aspetto che riguarda il Vicentino. Oltre a Tosi tra gli imputati per calunnia figurava il musicista Sergio Borsato di Cartigliano, già simpatizzante del Carroccio e grande amico dell'ex leader leghista Umberto Bossi. Il giudice ha valutato che la condotta di Borsato non ha travalicato la sfera penale emettendo una pronuncia conseguente.

IL PROLOGO E IL VERDETTO
Come si legge sul portale della Rai, ieri 30 settembre 2019 l'ex sindaco scaligero Flavio Tosi è stato condannato in primo grado dal tribunale penale di Verona (giudice Cristina Carrara, pubblico ministero Elisabetta Labate) a tre mesi di reclusione con la condizionale subordinata al risarcimento del danno: l'accusa è di avere diffamato il conduttore e autore di Report, Sigfrido Ranucci. Tosi nel 2014, nel pieno del suo mandato di sindaco, aveva fatto filmare clandestinamente da un suo emissario, Sergio Borsato, l'inviato di Report Ranucci, il quale stava realizzando un'inchiesta sull'amministrazione veronese, sui rapporti clientelari, sul presunto appoggio elettorale di imprenditori in odore di 'ndrangheta e sull'esistenza di un video hard.

L'allora sindaco, così riporta ancora il sito web della Rai, aveva depositato i nastri in procura prima della messa in onda e aveva pubblicamente accusato Ranucci di avere costruito un dossier falso usando fondi neri della Rai. Accusa che si è rivelata falsa. I nastri depositati alla luce di due perizie «sono risultati anche successivamente modificati». Tosi nel tentativo di impedire la messa in onda dell'inchiesta inviò anche una lettera alla dirigenza Rai chiedendo provvedimenti disciplinari nei confronti del giornalista. L'inchiesta andò invece regolarmente in onda e ne conseguirono ben 19 tra querele e richieste di risarcimenti del danno nei confronti del giornalista, «queste tutte archiviate».

SECONDO FILONE
Il processo però è stato caratterizzato da un secondo filone: quello che riguardava l'accusa di calunnia a carico di Borsato (volto noto a Bassano del Grappa che da Cartigliano dista pochi kilometri) e dello stesso Tosi i quali secondo questa ipotesi di reato dovevano rispondere appunto dell'illecito punito dall'articolo 368 del codice penale che è poi la condotta tipica di chi incolpa qualcuno di un reato sapendolo innocente. Secondo il giudice Carrara sia Tosi sia Borsato non si sono macchiati di questo delitto.

LE MOTIVAZIONI
Ovviamente per avere una panoramica più dettagliata della sentenza occorrerà leggerne le motivazioni che non sono ancora state depositate. Dopo quel passaggio la difesa di Tosi potrà valutare se proporre appello o meno, anche se al Corriere del Veneto Claudio Fiorini, uno dei legali dell'ex primo cittadino si è detto propenso ad impugnare la condanna. Ad ogni modo la questione più controversa potrebbe però essere proprio l'assoluzione dal reato di calunnia: in questo caso è la posizione di Tosi che potrebbe far discutere, non quella di Borsato. Se è vero che Tosi ha artefatto le prove a sostegno della sua accusa, poi rivelatasi infondata, come ha fatto il giudice a considerare non colpevole di calunnia l'ex capo dell'esecutivo cittadino? Ad un quesito del genere al momento non è possibile dare risposta proprio perché le motivazioni non sono state ancora rese pubbliche.

LE LODI ALLA TRASMISSIONE
Intanto sulla pagina Facebook di Report (popolare trasmissione dedicata al giornalismo di inchiesta un tempo condotta da Milena Gabanelli e oggi condotta da Ranucci in persona) si moltiplicano i messaggi di sostegno. Sono centinaia e centinaia gli attestati di stima da parte degli internauti. Molti dei quali hanno storto il naso non solo per la assoluzione dal reato di calunnia, ma pure per una condanna giudicata troppo mite, anche in relazione al calvario patito da Ranucci. Una delle più significative è la presa di posizione di un utente, si tratta di Michele Altamore, che distillando una considerazione in termini generali scrive: «Rimangono gravi problemi e anomalie nell'applicazione delle leggi... una giustizia iniqua... pilotata... da poteri forti... difficile pensare ad un futuro migliore...».

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