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Cronaca

Caso Shanti, «Non mi siedo vicino a una negra»: vittima costretta a togliersi dai social

Ha dell'incredibile la vicenda che ha coinvolto una 23enne di origini indiane, figlia di Paola Crestani, direttrice del Ciai, un ente per le adozioni all'estero

Costretta a scomparire dai social per evitare la marea di commenti, purtroppo non solo solidali, dopo la denuncia di un fatto razzista accaduto l'altro giorno sul treno Milano-Trieste. 

E' stata questa la sorte della 23enne Shanti - il cognome lo omettiamo su richiesta della famiglia - la cui immagine è comparsa su un post della madre (ora cancellato), la vicentina Paola Crestani:

«La dolcissima ragazza nella foto è mia figlia . Ieri pomeriggio l'ho accompagnata in stazione centrale a Milano e ha preso il Frecciarossa in direzione Trieste. Poco dopo mi manda questo messaggio: "Mi sono seduta al mio posto e la signora vicino a me mi fa: ma lei è in questo posto? E le faccio sì, signora"». A quel punto la donna avrebbe chiesto alla studentessa di colore di mostrarle il biglietto e lei l'avrebbe accontentata. «"Gliel'ho fatto vedere e mi fa: ah beh, io non voglio stare vicino a una negra e si è spostata... Assurdo"», riporta sempre la madre. Che ha deciso di chiamare la figlia «e mi ha raccontato che un ragazzo che aveva assistito alla scena ha preso le sue difese dicendo alla signora di vergognarsi. Dubito che lei lo abbia fatto ma se ne è andata. Come dovrebbero fare tutti i razzisti: Andarsene!»

Il post di Paola Crestani, direttrice del Ciai, ente per le adozioni all'estero con sede a Milano, ha avuto un'eco fortissima, sui social prima e sulla stampa poi, ma, purtroppo, come ci dice la responsabile stampa dell'ente, Donatella Cerilli, "quando si apre una finestra, entra di tutto". La ragazza, che inizialmente si è prestata a rilasciare qualche dichiarazione alla stampa, è stata travolta da post di insulti, che mettevano in dubbio non solo la sua versione ma la sua stessa esistenza, tanto che la 23enne si è temporaneamente cancellata dal web. 

Il fatto è stato comunque confermato e l'ondata violenta che ne è seguita è più che un invito alla riflessione. 

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