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Cronaca Caltrano

Caltrano, uccise il suo cane a sangue freddo: denunciato cacciatore

In una decina di giorni le guardie zoofile dell'Enpa di Vicenza hanno chiuso il cerchio attorno all'uomo che ha freddato Athos, denunciandolo in procura per animalicidio

La storia è nota, nella prima settimana di marzo una fotografa naturalista aveva notato lungo il torrente Astico un cane esanime  parzialmente sepolto sotto un mucchio di sassi, la stessa avvisava del ritrovamento la locale sezione E.N.P.A.  I volontari dell’Ente Nazionale Protezione Animali intervenuti si rendevano subito conto che qualcosa non quadrava, il foro nella testa del cane e il sangue raffermo colato lungo il corpo li ha fatti sospettare che quel cane fosse stato ucciso. Hanno deciso di non riesumare  l’animale e avvisare le Guardie Zoofile del Nucleo di Vicenza.

Un paio di giorni dopo due Guardie Zoofile dell’E.N.P.A.  accompagnate da un incaricato del Comune, si sono recate sul posto che si trova in località Grengaro a Caltrano, lungo l’Astico, in una zona impervia, hanno recuperato il corpo del cane,  un esemplare adulto di bracco italiano, dalla lettura del microchip è risultato essere athos, età sei anni circa, di proprietà di un cittadino residente a Caltrano.

UNA VERA E PROPRIA ESECUZIONE

Gli agenti dopo averlo recuperato hanno provveduto a portarlo all’Istituto Zooprofilattico  per l’esame autoptico,  il 20 di marzo è arrivato il referto sulle cause della morte di Athos, si è trattato di una autentica esecuzione, due colpi di arma da fuoco sparati alla testa da distanza ravvicinata, circa cinquanta centimetri, i due proiettili rimasti conficcati nella parte bassa del cranio dell’animale hanno certificato il tipo di arma utilizzata.     

Sabato 24 marzo poco dopo le otto,  le Guardie Zoofile dell’E.N.P.A. si sono presentate a Caltrano presso l’indirizzo del proprietario di Athos che è risultato essere un cacciatore, allo stesso hanno chiesto di chiarire la propria posizione in merito alla morte del suo cane, che invece si è aggravata ulteriormente e di fronte ai pesanti indizi che gli hanno sottoposto le Guardie, non ha potuto fare altro che “vuotare il sacco” collaborare e farsi carico delle proprie responsabilità.

Ora il cacciatore A.R., detentore di oltre 20 armi da fuoco tra fucili e pistole, anche cacciatore di selezione è  stato denunciato dalle Guardie Zoofile alla Procura della Repubblica di Vicenza per uccisione di animale, violazione art. 544 BIS del codice penale, il quale prevede per questo tipo di reato fino a 24 mesi di reclusione, ma è anche stato denunciato per altri tre reati connessi.

Nel caso di condanna spetterà alla Questura vagliare l’idoneità del soggetto all’uso e detenzione delle armi.  

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