Brescia ripescato, dimenticata l'aggressione ai vicentini: la Figc "premia" i violenti?

Ogniqualvolta le tifoserie provocano scontri e disordini, l'intero mondo del calcio, a partire dalle sue massime autorità della Figc, si indigna con titoli a tutta pagina. Poi? Poi vengono presi provvedimenti, quali la chiusura di alcuni settori per una o due giornate, multe pecuniarie alle società e i famigerati daspo per le persone coinvolte identificate. E poi? E poi niente. 

Il ripescaggio del Brescia è emblematico di questa situazione, che non è certo una novità. I tifosi biancoblù più che da rondinelle hanno vissuto una stagione da belve feroci, costellata di vari episodi di violenza, più o meno eclatanti, culminati con la vile aggressione ai pullman dei tifosi biancorossi (non quelli degli ultras), quando rimase ferito un 12enne. Ora, che la società possa essere responsabile della condotta dei propri tifosi fuori dallo stadio è discutibile ma che venga addirittura "premiata" - certamente grazie alle carte in regola - dalla Federazione, lo è ancora di più. Se la violenza non ha nulla a che vedere con i bilanci a posto, allora che si smetta con le consuete manfrine mediatiche sul fatto che "le società sanno chi sono i violenti", "le società sono conniventi", e chi più ne ha più ne metta. 

Brescia è solo un piccolo caso in un contesto internazionale che è arrivato al ridicolo: si pensi che il premio Fair Play della Uefa è andato all'Olanda, ad una manciata di giorni dal "sacco di Roma" da parte dei tifosi del Feyernoord. La soluzione alla violenza dentro e fuori gli stadi non è semplice ma, con questo ripescaggio, più che un passo avanti se ne è fatto uno indietro. Inserire nei parametri per i ripescaggi, ad esempio, oltre alla quantità della tifoseria, anche la qualità non sembrerebbe complicato. Perchè non si fa?

Brescia: agguato ai vicentini