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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Bassano del Grappa

Avvelenatore di gatti denunciato dalle guardie zoofile: «Micio salvato, cacciatore bastonato»

Il commento dell'ispettore regionale guardie Enpa: «purtroppo la piaga dei bocconi avvelenati non accenna a diminuire»

«Micio salvato, cacciatore bastonato», è il commento di Renzo Rizzi Ispettore Regionale delle Guardie E.N.P.A al termine di un'indagine che ha riguardato l'avvelenamento di un gatto. I fatti risalgono al mese scorso e si svolgono nel Bassanese in zona Monte Crocetta. In grossa difficoltà un giovane gatto di proprietà, spasmi vomito e tremori, chiari sintomi da avvelenamento è stato portato d’urgenza in clinica e salvato in extremis. I sospetti dei proprietari dell’animale d’affezione si dirigono subito verso un ex cacciatore della zona, più volte indicato come persona dai modi spicci su queste questioni, da tempo si vociferava sul suo coinvolgimento nella sparizione di ben 18 gatti nel quartiere negli ultimi anni. Il veleno utilizzato era costituito da due vassoietti di cartoncino contenenti alici all’interno di queste era stato occultato il prodotto che doveva “sistemare” il gatto che veniva a camminare nell’orto.

La leggenda che i gatti abbiano sette vite è nota. E in questo caso sicuramente per il micio ha anche giocato la fortuna. Era infatti quasi buio quando un componente della famiglia di Gino ( questo il nome del gatto ) è andato a buttare la spazzatura e aveva notato dei comportamenti strani da parte dei vicini, al punto che si aspettava l’avvelenamento. Quando il micio si è presentato a casa dopo la solita escursione serale vomitando liquidi e tremori la corsa in clinica è stata immediata, fortunatamente ce l’ha fatta.

Le indagini degli agenti Zoofili dell’ENPA, si sono dimostrate subito in discesa in quanto i proprietari del gatto hanno portato del materiale e delle prove che potevano inchiodare l’avvelenatore alle proprie responsabilità; presso il domicilio dell’indagato gli agenti hanno trovato anche un gheppio imbalsamato senza documenti di provenienza, una volpe utilizzata come copricapo e degli zoccoli di capriolo come attaccapanni. Le armi, regolarmente denunciate posizionate all’interno di un piccolo armadietto in vetro, la scatola aperta delle pallottole con i proiettili pronti all’uso per la carabina, un fucile ad aria compressa per il quale vige l’obbligo di denuncia alle autorità ( modello che supera i 7,5 joule).

Da ciò che è trapelato l’ottantacinquenne si sarebbe giustificato dicendo che da qualche anno non va più a caccia e che ogni tanto la carabina la usa per i topi, aggiungendo che è andato caccia da quando aveva 16 anni e ha continuato ininterrottamente per oltre 65 anni senza mai prendere una multa o subire una denuncia; ma alla domanda fatidica su quanti controlli avesse avuto, la sua risposta è stata "nessuno". «Lascia sconcertati immaginare che un cittadino che ha usato armi in giro per il Veneto per oltre 65 anni non sia mai stato controllato, si sarebbe detto dispiaciuto per quanto è successo, non avrebbe voluto il coinvolgimento del gatto dei suoi vicino», ha commentato Renzo Rizzi, aggiungendo: «Purtroppo la piaga dei bocconi avvelenati non accenna a diminuire, anzi, nelle zone aperte e nei boschi è in netto aumento, in questo caso colpiscono animali selvatici e/o cani di proprietà a spasso o in passeggiata. Sui responsabili ci sono pochi dubbi, da sempre i cacciatori cercano di eliminare i propri concorrenti utilizzando questi barbari sistemi, metodi che procurano una morte atroce agli animali colpiti, volpi in primis, così come i poveri cuccioli nella tana dai quali la madre non tornerà mai piu’. Nessuna remora da parte di questi soggetti neanche nei confronti di cittadini che grazie al loro comportamento criminoso vedranno morire in maniera atroce un componente della loro famiglia, un amico a quattro zampe che gli spezzerà il cuore». 

Secondo l'Enpa  cacciatori o cacciatori che hanno smesso di praticare per raggiunti limiti di età in  questi ultimi 20 anni  per oltre il 93 per cento dei denunciati per la somministrazione di bocconi avvelenati appartengono a questa categoria. Ora nei confronti di L.B. residente nella zona è stata inoltrata in Procura Della Repubblica una comunicazione di reato per maltrattamento di animali e abbandono di esche avvelenate, due reati distinti che prevedono pene severe.

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