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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Maxiblitz contro la 'ndrangheta: un vicentino tra gli arrestati

Gaetano Aloe, residente a Trissino e titolare di una pizzeria recentemente chiusa è una delle 169 persone finite in manette nell’operazione Stige, condotta dalla Ddd di Catanzaro e dai carabinieri del Ros

Le mani della 'ndrangheta anche sul Veneto. Sono in tutto cinque gli arresti nella nostra regione effettuati nella maxi operazione dei carabinieri del Ros contro la 'Ndrangheta, che ha fatto scattare le manette ai polsi di ben 169 persone tra Italia e Germania. Tra loro anche Gaetano Aloe, residente a Trissino e che in quel Comune gestiva una pizzeria chiusa per presunti rapporti con la mafia calabrese. 

GLI ARRESTI

Oltre ad Aloe, per quanto riguarda il Veneto, sono finitti in manette il presidente della Union Pro di Mogliano (gioca in Eccellenza), 55enne originario di Venezia, un 48enne nato a Monaco di Baviera ma residente a Marghera e altri due padovani, un 49enne e un 45enne residenti a Vigonza. Come il resto dei 169 arrestati anche quelli residenti in veneto sono imprenditori. I cinque facevano "affari" nella nostra regione attraverso attività commerciali che - secondo gli inquirenti - servivano da copertura ad attività illecite.

L'OPERAZIONE 

Il maxiblitz Stige, è scattato all'alba di martedì con la collaborazione del Ros e del Comando provinciale dell'Arma di Crotone. Gli arresti sono stati eseguiti in diverse regioni italiane e in Germania, al termine di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Catanzaro. Al centro dell’inchiesta le attività criminali della cosca Farao-Marincola, una delle più potenti della Calabria, con ramificazioni anche nel Nord e Centro Italia (in particolare Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Lombardia) e in Germania.

LE INDAGINI

Secondo il giudice per le indagini preliminari di Catanzaro dietro le attività commerciali operanti in Veneto e in tutta Italia servivano per ripulire i soldi delle attività crimanali. Dalla pizzeria di Trissino ai ristoranti in Germania, dalla società immobiliare del padovano fino all'accoglienza per i migranti e alla raccolta e riciclo di materie plastiche e rifiuti solidi urbani. Una costa ben ramificata che, per gli inquirenti, si serviva di imprenditori ma anche di uomini della 'ndrina eletti ad amministratore per servire l'organizzazione.

Il ruolo di Gabin

Infine, la figura di Gabin: pur risiedendo nel Veneziano, in realtà viveva in Germania dove con altri indagati aveva messo in piedi una banda specializzata in truffe e furti di auto di lusso. Le vetture venivano noleggiate all’estero e vendute in Italia a ignari clienti. I criminali le dotavano però di un sistema di localizzazione, grazie al quale dopo aver intascato i soldi dell’acquisto le rintracciavano e le rubavano, per poi riconsegnarle alla società di noleggio tedesca.

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