Ammazzò le figlie a colpi di martello ma la moglie lo perdonò: "Non ho mai avuto paura"
A pochi giorni dalla morte di Vittorio Visentin, lo scledense, ex ufficiale di marina, che si rese autore dell'omicidio delle sue tre bambine, nel 1984, parla Valeria, sua compagna di una vita
Nel marzo del 1984 la tragedia: Vittorio Visentin, in preda ad un raptus, ammazzò a colpi di martello, ferro da stiro e mattone le figlie di 8, 5 e 1 anno e ferito gravemente la moglie, all'epoca 32enne. Visentin venne condannato a dieci anni di internamento nel manicomio giudiziario di Reggio Emilia, dal quale uscì anzi tempo quando la commissione medica accertò che la patologia era regredita.
Nel 1988 uscì quindi dal manicomio e tornò a vivere con la moglie Valeria, che imputò l'accaduto ad un raptus, nella casa dove si rese autore della mattanza. Sono rimasti insieme sino a fine settembre quando, all'età di 68 anni, lo scledense Vittorio Visentin è venuto a mancare a seguito di una malattia.
Nonostante la morte delle figlie, per mano del marito, la moglie Valeria è rimasta accanto al suo uomo: un amore così forte da potergli perdonare un simile gesto. Ha cercato aiuto nella fede, nella comunità dei testimoni di Geova, senza avere paura di stargli accanto. Negli anni i coniugi hanno avuto modo di parlare della mattanza compiuta tra le mura domestiche. Il ricordo li ha uniti, nella speranza di rivedere le figlie.