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Cronaca

Vicenza, pestaggio razzista: Thomas sentito dalla Digos

Si è recato giovedì in questura a sporgere denuncia Thomas Mulugheta, il 30enne aggredito nella notte tra venerdì e sabato al Menti. La polizia lo ha ascoltato a porte chiuse: massimo riserbo sulle indagini

È apparso ancora scosso ma deciso Thomas Mulugheta, il trentenne padovano di orgine eritrea ma residente a Vicenza che giovedì verso le 13 si è recato in Questura a Vicenza per sporgere denuncia e raccontare i fatti successi durante la festa della curva sud allo Stadio Menti. "La mia intenzione è quella di denunciare questo episodio - ha raccontato - adesso vedrò come agire, intanto mi hanno convocato per la mia versione dei fatti".

E così è stato. Un incontro con le porte dell'ufficio chiuse, durato più di un'ora, sul cui contenuto la Digos ha però messo il sigillo del "massimo riserbo", vale a dire che negli uffici della questura le indagini sono per adesso secretate. Thomas ha raccontato di essere stato aggredito da un gruppo di persone dopo che si era recato allo stadio verso mezzanotte dello scorso venerdì. Era seduto sui gradoni della curva quando si è sentito spintonare e insultare con epiteti del tipo "negro di m...", seguiti da sputi e da calci. 

Secondo il suo racconto è fuggito assieme alla sua ragazza. I due giovani sono stati inseguiti sul piazzale da una ventina di persone: sono volati altri calci e a pugni sia a lui che alla compagna. Thomas è quindi stato difeso da alcuni tifosi della curva ed è riuscito a scappare verso l'argine del Bacchiglione. Un pestaggio che gli è costato parecchi lividi e una settimana di prognosi. 

"Non conoscevo quella gente", racconta Thomas, ma le piste sembrano portare verso gli ambienti dell'estrema destra vicentina. Si parla di una foto nella quale il ragazzo urina sopra una svastica, ma il grave episodio del pestaggio non è in realtà ancora stato definito dagli investigatori. Forse anche per il delicato momento che sta attraversando il Vicenza Calcio le indagini sono tenute sotto il più stretto riserbo. L'episodio, confermato da numerose testimonianze, oltre a essere reale è stato condannato sia dal mondo politico - con un intervento dello stesso sindaco Variati - sia dai tifosi organizzati del Vicenza Calcio.

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