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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Bontà e Salute dalla terra vicentina alla tavola

Quando sentiamo parlare di "filiera corta", "km zero" o "prodotti stagionali" siamo sicuri di sapere tutto? Spesso i termini utilizzati risultano ingredienti abusivi di un minestrone indigesto, che solo il giorno dopo rispondono alla disattenzione con un conto salato.

Quando sentiamo parlare di “filiera corta”, “km zero” o “prodotti stagionali” siamo sicuri di sapere tutto? Spesso i termini utilizzati risultano ingredienti abusivi di un minestrone indigesto, che solo il giorno dopo rispondono alla disattenzione con un conto salato.

Sgraniamo il grano e cerchiamo di fare un po’ di chiarezza. Le definizioni “filiera corta e km zero” hanno un significato similare, i meno avvedenti relegano alla prima una connotazione più tecnicista, ma in verità il km zero indica i chilometri che un cibo percorre dal luogo nel quale avviene la fase produttiva a quello in cui è consumato: la filiera corta è un particolare tipo di commercio basato sul rapporto diretto tra il produttore e il consumatore che accorcia solitamente gli intermediari commerciali, non i chilometri.

Entrambe le definizioni hanno comunque a che fare con prodotti locali dalle caratteristiche peculiari come la freschezza, la genuinità e il controllo anche da parte dello stesso consumatore.

Qual è il vantaggio in ambito di salute? La garanzia mi verrebbe da dire subito, ma non dimentico il contenuto, la convenienza e il rapporto umano. Non tutti ricordano che in passato la circolazione del cibo avveniva in un ristretto ambito territoriale. I beni di prima necessità si acquistavano direttamente dal produttore, cui era riconosciuto un ruolo nella scala sociale del commercio alimentare. Con la globalizzazione precipita nelle ultime posizioni divenendo sempre più un anello debole della filiera, per scomparire negli scomparti degli scaffali, tra frutta esotica e verdure oltre oceano, in brevissimo tempo.

La crisi del momento, indebolendo la capacità d’acquisto, ha portato il consumatore a rivalutare la figura del contadino non solo restituendogli il ruolo che gli spetta, ma esaltandone le capacità per la sensibilizzazione in termini di sicurezza alimentare e ambientale.

Stimolare la consapevolezza porta ad uno sviluppo del consumo intelligente, nel quale si recupera il rapporto con la nostra terra e con le persone che se ne prendono cura. Ritorniamo a nutrirci di cicli stagionali e la nostra salute ne gioverà.

Desidero portare alla vostra attenzione un’associazione, una cooperativa sociale, che da anni si occupa di inserimenti lavorativi di persone svantaggiate.

I principi si basano sulla solidarietà, impegno, spirito comunitario e mutualità. E’ la cooperativa Orion che ha aperto il “Bonmarcà” per promuovere la cultura delle ricchezze naturali e le tradizioni locali.

Come funziona?  Grazie all'approvigionamento di prodotti secondo la logica del chilometro zero di stagione, proveniente direttamente dai produttori, si è pensato di agevolare le famiglie che desiderano "mangiare la nostra terra" con una semplice ordinazione. La cassetta di frutta o verdura  viene consegnata direttamente al domicilio. Il numero verde da comporre  è 800685040, si possono personalizzare le cassette con i prodotti che più si aggradano e attendere la consegna.

I produttori sono tutti locali, si preoccupano della qualità della merce coltivata e garantiscono la produzione dei cicli naturali della terra.

Quando acquistate una cassettina, una parte della quota pagata, viene destinata alla consegna gratuita settimanale di frutta e verdura ad alcune famiglie che si trovano in particolari difficoltà economiche, individuate dai Servizi sociali del comune di Vicenza e da altre realtà del territorio che si occupano di persone in grave stato di bisogno.

Ecco attivati i principi di cui abbiamo parlato.

Non è meraviglioso tutto questo? Direi di , per saperne di più visitate il sito www.bonmarca.com e ricordiamoci che insieme possiamo fare la differenza.

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