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Il Csm del Leogra «chiuso da un anno»: duecento in piazza contro la Regione Veneto

I familiari degli affetti da disagio psichico chiedono che il Centro per la salute mentale del comprensorio sia riaperto. Nel frattempo si incendia lo scontro sulla sanità tra Lega e Coalizione Civica: «Ne abbiamo le tasche piene delle favolette del Carroccio»

Nel comprensorio del Leogra, specie attorno a Schio, ci sono quattromila famiglie «che debbono patire disagi d'ogni genere» a causa della chiusura del Centro per la salute mentale di Schio, meglio noto come Csm. Nonostante la riapertura fosse stata «promessa più volte» l'Ulss 7 in una con la Regione Veneto «hanno deciso di tenere chiusa la struttura» e così, inviperiti «per un ritardo che dura di riffa o di raffa da un anno» un paio di centinaia di rappresentanti di quelle famiglie, affiancati da tre comitati e col supporto di alcuni politici nonché di semplici cittadini ieri 2 luglio è sceso in piazza Rossi a Schio davanti al Duomo: nel mirino è finita l'Ulss territoriale in una con palazzo Balbi e palazzo Ferro Fini. Mamme, papà, figli, nonni e nonne chiedono a gran voce che il centro «riapra i battenti» perché un comune della importanza della città laniera «non può essere crocefisso in questa maniera».

CAHIER DE DOLÉANCES
L'accusa è stata messa nero su bianco su un ciclostile che è stato distribuito ai passanti e in cui si parla di pesante ridimensionamento per parecchie attività essenziali come le «vestite del medico, visite per l'accertamento medico-legale, visite psichiatriche, visite con lo psicologo, colloqui con gli infermieri anche per la somministrazione dei farmaci, colloqui coi familiari, incontri psico-educativi, attività alla riabilitazione e alla risocializzazione».

Di fatto quel volantino si è tramutato «in un vero e proprio cahier de doléances» inviato dritto dritto in Laguna. Orianna Zaltron uno degli organizzatori fa sapere che «la situazione è divenuta davvero preoccupante e che servono risposte tanto serie quanto concrete». Si tratta di un pensiero condiviso da tutti i manifestanti che ieri a Schio hanno scelto «una mobilitazione molto misurata pure nei numeri» anche perché «siamo ancora in emergenza Covid-19».

IL CARROCCIO DICE LA SUA
Ma come la pensano le forze politiche che invece appartengono alla coalizione di centrodestra che regge le sorti della giunta regionale? E soprattutto come sono stati commentate le critiche di quei gruppi di centrosinistra che a livello locale (Coalizione civica e Pd tra gli altri), chi più chi meno, hanno fatto propri i timori dei comitati? Ieri la segreteria scledense del Carroccio ha reso noto un dispaccio nel cui mirino è finita soprattutto Coalizione civica, che da mesi, a suon di bordate, sta puntando l'indice direttamente contro il governatore del Veneto Luca Zaia, uno degli esponenti più in vista della Lega.

Nella nota si parla delle critiche di Cunegato e si spiega come queste siano state «clamorosamente smentite dai fatti». Fatti che hanno per di più «premiato le politiche sanitarie regionali e locali». E ancora: «La verità è rimpiazzata dalle bufale» attorno alle quali verrebbe dato corpo ad uno «pseudo-pensiero utile per la propaganda politica e per raccattare qualche voto. È un metodo utilizzato spesso contro la Lega... per macchiare le buone azioni, ma solo e rigorosamente quando esse siano compiute dalla parte politica avversa. Tale situazione ha le caratteristiche di una sindrome, intesa come sommatoria di segni comportamentali, che soddisfa l'esigenza di trovare a tutti i costi il male, di ricercare pervicacemente le presunte incapacità».

ORSI E LE MANOVRE POLITICHE NEL CENTRODESTRA
Il j'accuse del Carroccio per vero non riguarda nello specifico la vicenda del centro salute mentale, rispetto al quale il partito non prende posizione, ma riguarda più in generale le politiche sanitarie, anche in tempo di Covid-19  messe in campo non solo dalla Regione ma pure dal Comune. E in questo frangente la difesa d'ufficio del Carroccio al sindaco Valter Orsi (che guida una civica su un fronte avverso alla Lega) fa pensare che tra i due versanti «sia in corso una fase di studio» anche in considerazione dei trascorsi leghisti dello stesso Orsi che anni fa per vero lasciò il partito in grande dissenso coi suoi vertici locali. Lo scenario più imminente è quello delle prossime elezioni regionali previste per fine estate o inizio autunno.

IL CONTRATTACCO DI CUNEGATO
Tuttavia l'attacco del Carroccio non ha lasciato indifferente Cunegato che ieri a margine della manifestazione ha dato vita a un contrattacco su tutto il versante. «Noi siamo stufi. I numeri raccontano un'altra storia» spiega ai microfoni di Vicenzatoday.it il militante di Coalizione civica, il quale per inciso a Schio siede pure in consiglio comunale. Cunegato sempre a margine dell'incontro ha detto per di più di «non essere disposto a tollerare chi ha lanciato accuse non veritiere» nei suoi confronti e aggiunge: «Ne abbiamo le tasche piene delle favolette del Carroccio».Parole precise che se lette in filigrana fanno pensare ad un ulteriore inasprimento dei toni che si profila all'orizzonte.

GUARDA LA VIDEOINTERVISTA A CARLO CUNEGATO

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