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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Chiusura cannabis store, i negozianti vicentini: «Salvini farebbe un torto a decine di cittadini»

L'annuncio del ministro dell'Interno e la sua crociata contro i cannabis store, sottoscritta anche dal sindaco di Vicenza Francesco Rucco, non spaventa più di tanto i titolari dei tre punti vendita della città. «Perché non parla del giro d'affari da 50 milioni annui e dei soldi in tasse che arrivano nelle casse dello Stato?»

Sta facendo discutere la crociata di Matteo Salvini contro la marijuana legale. Le ultime dichiarazioni del ministro dell'Interno suonano come una minaccia reale più che un semplice avvertimento con l'annuncio di voler chiudere a breve tutti i "cannabis shop" d'Italia, al grido de  "La droga fa male". L'appello ha già trovato dei sostenitori nel mondo politico, anche in Veneto e a Vicenza. Una nota della Lega fa infatti sapere che sia il sindaco di Vicenza Francesco Rucco che quello di Treviso Mario Conte sottoscrivono in pieno la battaglia di Salvini. 

Ma cosa ne pensano i titolari dei negozi di marijuana light  della città? A Vicenza sono presenti tre cannabis shop: Boutique della Canapa in Piazza delle Erbe;  Cannabis Store Amsterdam in via Gorizia; Biosentesi in Contrada Porta Santa Croce. Secondo i dati forniti dagli store del capoluogo berico la loro clientela è in crescita e da qualche tempo ha superato anche la diffidenza di varcare quella porta che sopra o a fianco ha magari l'immagine stilizzata della classica foglia verde. 

«Premetto che io non vendo chillum, cartine o altro, il mio è un negozio che offre principalmente alimenti, olio di canapa, decotti e tisane, tutto nella legalità e nel rispetto della legge», sottolinea Nicola del negozio "Biosintesi". «Cerco di dare il peso giusto alle parole di Salvini, non sono preoccupato ma se dovesse far chiudere tutti i negozi lascerebbe molte persone che hanno bisogno di questi prodotti nella disperazione e di certo non perché sono drogati».

I clienti che frequentano il negozio di Nicola sono di tutti i tipi «L'età si è alzata rispetto a quando abbiamo iniziato. Da noi viene il 18enne problematico, il papà con il figlio che ha qualche disturbo nervoso ma anche l'anziano di 75 anni che deambula e molte persone di mezza età. Certo alcuni di loro magari in passato hanno provato la marijuana illegale e con il principio attivo molto alto, ma ora non cercano lo sballo e la trasgressione, per loro è un bisogno. Vale a dire  prodotti per combattere ipertensione, stress nervoso, infezioni, tachicardie o effetti collaterali dovuti alla chemioterapia»

Secondo i dati riportati dagli stessi esercenti il giro d'affari degli store di cannabis light ammonta a circa 50 milioni di euro ed è in continua crescita. Per Riccardo, di Reggio Emilia, coltivatore e titolare di due negozi, uno dei quali in piazza delle Erbe a Vicenza,

«Salvini invece di parlare per riempire la pancia di qualcuno dovrebbe dare un'occhiata a quello che i nostri negozi fanno entrare ogni anno nelle casse dello Stato».

Le parole di ministro dell'Interno non preoccupano molto il commerciante «Sono abbastanza tranquillo, queste dichiarazioni lasciano il tempo che trovano e la nostra attività è protetta da  una legge del 2016 ma anche da una sentenza della Cassazione che lo scorso gennaio ha stabilito la legalità della vendita di prodotti a base di marijuana light annullando un sequestro avvenuto ai danni di un punto vendita di Prato». 

La limitazione sta nella percentuale di principio attivo, che non deve superare lo 0,6%. Ed infatti le recenti chiusure di tre negozi di cannabis light  in provincia di Macerata sono avvenute proprio per il superamento di questo limite. Per adesso, come sottolineano dal Cannabis Store Amsterdam di via Gorizia, la preoccupazione sulla "crociata di Salvini" non è ancora un vero proprio allarme:

«Da un lato le parole del ministro dell'Interno ci fanno ridere, ma inevitabilmente fanno anche pensare, soprattutto per la veemenza e la convinzione con cui le ha pronunciate»

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