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Predazioni da lupo, Lav: "Regione Veneto prima responsabile"

"In questi anni l'amministrazione regionale ha perso tempo prezioso - sottolinea l'associazione - in evidente difficoltà per la mancanza di una linea d’azione definita che puntasse a ridurle adottando gli strumenti di prevenzione messi a disposizione dalla scienza"

“La Regione Veneto è la prima responsabile delle predazioni dei lupi nei confronti degli animali negli allevamenti”. Con queste parole l’associazione animalista punta il dito contro quelle che definisce "carenze dell’amministrazione regionale", che hanno comportato la mancata o la non corretta adozione degli strumenti di prevenzione delle predazioni. 

"E' la stessa struttura regionale che fornisce recinti e cani - sostiene la Lav - è parte attiva del progetto Life Wolfalps nel quale ha avuto l’opportunità di testare in prima persona l’efficacia dei sistemi di prevenzione.  Lo stanziamento dei fondi destinati all’acquisto di cani e recinzioni è quindi un atto insufficiente se non è inserito all’interno di una più ampia progettualità che comprenda il lupo tra le presenze stabili di animali selvatici in regione Veneto".  

"La Regione deve quindi attivare una struttura, operativa lungo tutto il corso dell’anno, che sostenga attivamente coloro che devono acquisire e installare i sistemi di prevenzione delle predazioni - sottolineano - perché solo un sistema correttamente installato rappresenta uno strumento efficace, altrimenti diventa solo l’opportunità per esacerbare e frustrare ulteriormente gli animi".  

“Innumerevoli progetti hanno ampiamente dimostrato che solo la corretta adozione dei sistemi di prevenzione può azzerare o ridurre fortemente l’impatto predatorio del lupo nei confronti degli animali negli allevamenti – dichiara Massimo Vitturi, responsabile Area Animali Selvatici della LAV - Quando cacciatori e politici sostengono la necessità di uccidere i lupi, parlano solo per raggranellare un po’ di consenso, dimostrando la loro incompetenza sull’argomento. L’esperienza degli altri Stati europei dove l’uccisione dei lupi è consentita, dimostra chiaramente che tale approccio non rappresenta affatto una soluzione per contrastare le predazioni che, nel migliore dei casi, restano costanti quando addirittura non aumento. 

 A giugno la LAV aveva già incontrato l’assessore Pan rappresentandogli la necessità di un maggiore impegno proattivo della Regione per sostenere l’adozione dei sistemi di prevenzione da parte degli allevatori che operano nelle aree frequentate dal lupo. 

“Ora non c’è più tempo da perdere – conclude la LAV - chiediamo un impegno concreto della regione Veneto perché sia adottato subito un progetto di diffusione dei sistemi di prevenzione delle predazioni e soprattutto una filiera tecnico-amministrativa che ne verifichi la costante, corretta e puntuale attivazione da parte delle categorie interessate. Il tutto inserito in una strategia regionale che consenta finalmente di realizzare la convivenza tra il lupo e le attività umane.” 

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