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Dissequestro cantiere Spv, il Covepa: decisione discutibile

Il comitato spiega che anche se viene confermato l’impianto accusatorio i giudici «si sono presi una bella responsabilità» qualora in futuro ci saranno altri infortuni

«A Vicenza il Tribunale del riesame ha fatto una scelta assai discutibile decidendo per il parziale dissequestro del cantiere della Superstrada pedemontana veneta deciso dal gip su input della procura berica all’inizio di luglio». Non usa mezzi termini Massimo Follesa, portavoce del Covepa, il coordinamento che da anni si batte contro la superstrada che dovrebbe connettere Montecchio maggiore nel Vicentino a Spresiano nel Trevigiano.

Si tratta di 94 kilometri che da anni scatenano polemiche a non finire. L’ultima querelle risale appunto ai primi del mese quando il sostituto procuratore berico Cristina Carunchio, ipotizzando una frode a danno della Regione Veneto (il concedente dell’opera) per l’utilizzo di materiale non conforme, chiese ed ottenne dal giudice delle indagini preliminari Matteo Mantovani il sequestro di alcune porzioni di cantiere fra le quali anche quello della galleria tra Malo e Castelgomberto. Il Riesame, con una decisione che con ogni probabilità permette ai lavori di riprendere, pur mantenendo in piedi il sequestro, (cosa che quindi in qualche misura «certifica la bontà dei sospetti avanzati dal pubblico ministero» spiega il Covepa) ha così assunto una posizione che potrebbe indurre il concessionario oggetto del provvedimento restrittivo (il gruppo italo spagnolo Sis) ma pure la dottoressa Carunchio, pur da versanti ben diversi, a opporsi alla decisione dello stesso Riesame che nell’occasione era composto dal presidente Lorenzo Miazzi, dal dottore Filippo Lagrasta e dalla dottoressa Veronica Salvadori.

«Dopo avere letto il testo delle intercettazioni relative al sequestro e dopo i trascorsi con gli altri morti del cantiere che hanno interessato la Spv, i giudici si sono presi una bella responsabilità perché non voglio nemmeno pensare a che cosa potrebbe succedere se dovesse scapparci un altro morto o se ci dovesse essere un altro infortunio grave» spiega Follesa il quale spiega che il Covepa si riserva di leggere le motivazioni in forza delle quali i giudici si sono espressi «in questo senso».

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