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Caso Amianto-Spv, le opposizioni chiedono lumi su Arpav

Il ritrovamento di amianto in un cantiere della Superstrada pedemontana veneta scatena le opposizioni che interrogano la giunta Zaia

«Sul cantiere di Altivole della Pedemontana in provincia di Treviso pende ancora la denuncia per falso intentata da un cittadino contro l'Arpav di Treviso. La Regione ha intenzione di effettuare verifiche?». È questo il quesito indirizzato al governatore veneto della Lega Luca Zaia dal consigliere regionale di opposizione Andrea Zanoni del Pd. L'uscita di Zanoni resa pubblica oggi 8 ottobre su Arv, l'agenzia di stampa della Regione Veneto con una breve nota spiega per vero che l'interrogazione alla base del quesito stesso è stata sottoscritta da più consiglieri di diversi schieramenti ovvero «dalla collega del Gruppo Pd, Anna Maria Bigon, da Cristina Guarda del gruppo CpV, da Patrizia Bertelle del Gruppo misto, da Piero Ruzzante di Leu nonché da Erika Baldin, Jacopo Berti, Manuel Brusco e Simone Scarabel del M5S.

Si tratta quindi di una interrogazione che ha il supporto de facto di tutta l'opposizione di palazzo Ferro Fini e che riguarda una complessa vicenda che concerne la Pedemontana veneta (nota anche come Montecchio Maggiore - Spresiano o come Spv), ma soprattutto che concerne Arpav Treviso la cui condotta, secondo la famiglia Piccolotto, una famiglia di espropriati, avrebbe travalicato la sfera penale. Il motivo? L'agenzia ambientale non avrebbe fornito alla magistratura alcuni ragguagli rispetto ad alcuni episodi che riguardano un deposito di amianto rinvenuto nei cantieri Spv proprio vicino alla proprietà dei Piccolotto. I quali al riguardo hanno appunto presentato una dettagliata denuncia alla procura della Marca.

Ed è in questo contesto che si inserisce l'iniziativa dei consiglieri di opposizione che chiedono lumi proprio a Zaia: «La vicenda riguarda del cemento-amianto ritrovato nel cantiere... il proprietario di un fondo vicino aveva richiesto verifiche sulla correttezza dello smaltimento e sulla presenza di frammenti nel terreno, citando anche un sopralluogo dell’Arpav di Treviso del 18 giugno 2019, come riportato da un articolo di stampa. Nell'occasione, il consulente scientifico del legale del proprietario aveva scattato delle foto ai funzionari dell’Agenzia Ambientale, mentre procedevano con alcuni prelievi. Sull’esito però, c’è totale mistero». Questo il passaggio chiave della nota di Zanoni.

Il quale aggiunge: «Nell'ambito del procedimento civile parallelo a quello penale infatti, il consulente del giudice... ha chiesto copia ad Arpav i risultati di un sopralluog, ricevendo una risposta negativa poiché non sarebbero stati prelevati campioni, né effettuate analisi - continua l’esponente dei democratici - salvo, dopo la denuncia del privato, sostenere il dovere di mantenere il segreto d’ufficio, come previsto dal Codice di Procedura Penale. Una risposta, questa, contraddittoria e insufficiente a fare chiarezza sulla vicenda».

Appresso un altro rilievo: «Per questo - rimarca ancora Zanoni - auspichiamo che Zaia pretenda le dovute verifiche e faccia estrema chiarezza. L’emergenza ambientale in Veneto è tale che non possiamo abbassare ulteriormente la guardia, soprattutto se parliamo di un materiale pericoloso come l’amianto. Inoltre - conclude Andrea Zanoni - non possiamo tollerare di lasciare alcuna ombra sull’operato di Arpav, verso cui i cittadini devono mantenere la massima fiducia».

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