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Migranti, coop vicentine non partecipano al bando: "Tagliate attività di integrazione"

"Le novità legislative introdotte a fine 2018 (vedi Decreto Salvini) hanno portato ad un taglio delle risorse giornaliere del 40%, rendendo ora impossibile qualsiasi percorso di inclusione sociale", spiegano in una nota le cooperative sociali

In questi giorni sono scaduti i bandi emanati dalla Prefettura di Vicenza per la gestione del servizio di accoglienza di richiedenti asilo. "Come gruppo di Cooperative sociali che operano in questo ambito - fanno sapere in una nota - ci siamo ritrovati a dover compiere una scelta difficile circa la prosecuzione del servizio. Le novità legislative introdotte a fine 2018 (vedi Decreto Salvini) hanno portato ad un taglio delle risorse giornaliere del 40%, rendendo ora impossibile qualsiasi percorso di inclusione sociale e, nello specifico, eliminando tutte le attività di integrazione a favore dei richiedenti asilo."

Alcune di noi lavorano con i migranti da più di 10 anni, altre hanno inziato nel 2015, a seguito dell'attivazione dei CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria) in convenzione con la Prefettura di Vicenza e dei Progetti Sprar (Siproimi) con alcuni Comuni della Provincia. In questi anni il nostro lavoro ci ha portato ad incontrare e ad accompagnare n° 484 persone, per le quali abbiamo sviluppato un sistema di accoglienza diffusa nel territorio, con uno stile di lavoro condiviso tra tutte le nostre organizzazioni, attivando attività trasversali e adottando prassi e linee guide comuni. Abbiamo cercato di mettere sempre al primo posto la tutela della dignità della persona, attraverso il coinvolgimento delle comunità di riferimento e nel rispetto dei cittadini e del territorio che accoglie. Ci siamo impegnati ad erogare il servizio con personale qualificato, cercando di essere trasparenti nella gestione e rendicontazione delle attività, reinvestendo risorse nell’accoglienza, nell’integrazione e nel miglioramento dei servizi offerti.

I dati del “bilancio dell’accoglienza” dal 2015 ad oggi (% su 484 persone accolte) parlano di un 96% di persone iscritte a scuola (italiano L2, scuola secondaria di primo e secondo grado), 68% di persone inserite in tirocini formativi, 51% di persone che hanno svolto attività di volontariato. "Tutte queste attività non sono più previste dal nuovo capitolato che impone invece un semplice servizio di fornitura pasti e posti letto", sottolineano le coop.

"Noi non ci stiamo! Per noi l'accoglienza è un'altra cosa - gridano a gran voce -la cooperazione sociale è da sempre in prima linea quando si tratta di perseguire l'interesse generale della comunità, la promozione umana e l'integrazione sociale dei cittadini. Non è quindi solo una questione di sostenibilità economica che ci porta a non partecipare al bando, ma la scelta di non accettare un'accoglienza che non è in grado di offrire percorsi di integrazione e assistenza fondamentali per offrire ai migranti la possibilità di una nuova vita nel nostro Paese".

"Riteniamo che non è risparmiando sul costo dell'integrazione che si risolve la questione, quanto piuttosto accelerando le procedure burocratiche per il riconoscimento della protezione internazionale, che, attualmente, portano ad un protarsi delle accoglienze anche fino a 4/5 anni. - sottolineano -Le nuove disposizioni porteranno inoltre a gravi conseguenze: considerando che i rimpatri assistiti sono meno del 20% delle richieste, tutte le persone, titolari o meno di protezione, che usciranno dai "nuovi" percorsi di accoglienza si riverseranno nei territori e andranno a pesare sulle comunità di cittadini, potenziando diverse forme di emarginazione sociale e sfruttamento lavorativo, con possibile sviluppo di sacche di micro-criminalità"

"Uno sguardo più lungimirante pone l'attenzione sullo sviluppo della società e non sull'annientamento sociale di una parte di essa. Quando si parla di immigrazione, si parla del nostro futuro - concludono -auspichiamo che sia fatto di società aperte e capaci di integrare la diversità, rendendola risorsa a cui attingere per crescere in uno scambio reciproco".

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