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Domenica, 28 Aprile 2024
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Accoglienza migranti, il monito della Cgil: "I nodi stanno tutti arrivando al pettine"

Silvana Fanelli, segreteria confederale, parla di quanto sta accadendo a livello regionale e sulla mala gestione del fenomeno degli anni passati

"Sul tema dell'accoglienza e dell'integrazione dei migranti, in Veneto, siamo vicini a una crisi politica e istituzionale, che vede contrapposti il presidente della Regione e molti esponenti, anche di primo piano, del suo partito, e rapporti problematici tra le Prefetture e tanti rappresentanti degli Enti locali". A parlare è Silvana Fanelli, segreteria confederale Cgil Veneto.

"È evidente che il modo migliore per affrontare la questione è organizzare un'accoglienza diffusa attraverso il sistema SAI (ex SPRAR) - continua Fanelli - che consentirebbe alle persone fragili (quali sono appunto i migranti, soprattutto le donne e i bambini) di essere integrati in piccoli numeri nelle nostre realtà urbane, responsabilizzando i Comuni e condividendo con loro progetti efficaci e poco impattanti".

"L'alternativa a percorrere questa strada è una sola - sottolinea - le grandi concentrazioni in stile Cona e Bagnoli, con tutte le drammatiche conseguenze sia sui migranti, costretti a vivere in condizioni non dignitose, per usare un eufemismo, che sulle comunità locali. Purtroppo, il Veneto non ha mai creduto nell'accoglienza diffusa, e a dirlo sono i numeri: siamo la sest'ultima Regione italiana, con solo 888 posti, l'adesione di appena 19 Comuni, per un totale di 22 progetti".

"Questo è il frutto di una campagna demagogica portata avanti, a livello locale e nazionale, per anni, promettendo maggiore sicurezza ma favorendo - nei fatti - caos, incertezza, discriminazione - conclude - Il contrario di ciò che serve, perché favorisce le organizzazioni criminali alla ricerca di manodopera tra chi non ha prospettive e alcuna speranza nel futuro. I nodi stanno tutti arrivando al pettine ed è il momento di scioglierli con senso di giustizia e di umanità verso chi fugge da condizioni di vita insopportabili (guerra, fame, cambiamento climatico), e con un approccio pragmatico che affronti i problemi e non li acuisca, sperando di lucrare consenso elettorale a buon mercato".

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