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Le migliori Pizzerie d'Italia 2020 Gambero Rosso: scopri le vicentine

La pizza piace a tutti ed è un momento di gioia e relax in compagnia. Ma nel tempo si è diventati più esigenti, si è evoluto il gusto, così le pizzerie sono cambiate. E in meglio

La guida Gambero Rosso 2020 Pizzerie d'Italia ha selezionato i migliori locali dove mangiare il piatto italiano più amato: 700 pizzerie da Aosta a Palermo, il frutto di un anno di ricerche e valutazioni dei suoi ispettori, che hanno assaggiato e dato un voto in base a lievitazione, farine, materia prima e cottura, selezionando le eccellenze per ogni categoria.

Sei le pizzerie venete al top, per Vicenza è presente: Ottocento Bio di Bassano, che ha ricevuto il massimo punteggio, 3 spicchi, e un premio speciale per l'impasto. La new entry è cittadina: due grossi spicchi di soddisfazione sono arrivati ad Acqua e Farina di Rosario Giannattasio con forno ai Ferrovieri.

Ottocento Bio

L'idea dello chef Riccardo Antoniolo nasce dalla precisa volontà di plasmare qualcosa di originale, un vero e proprio laboratorio culinario, quì Riccardo ha voluto e saputo mettere a frutto la sua "filosofia" dove ricette nuove e attenzione alla salute si fondono. 

La sua pizza si distingue da tutte per il grande lavoro di ricerca su lavorazione, lievitazione, impasti. Proprio per questo grande lavoro si conferma nella classe di eccellenza con 3 spicchi, ricevendo anche un premio speciale per l'impasto.

Immerso nella splendida cornice delle colline di Bassano del Grappa, questo locale unisce la cura artigiana per le materie prime (tutte rigorosamente di categoria extra), il recupero di sapori tradizionali, esaltati da competenze e tecnologia all’avanguardia, e la scoperta di nuovi accostamenti. Da lui si gustano pizze creative in un locale retrò, ma moderno, dal pavimento in cotto, con un bel giardino per l'estate.

Acqua e Farina di Rosario Giannattasio

Grande felicità per l'inaspettato riconoscimento: "Sono a casa che cammino come un pazzo. Non riesco a stare fermo. Mi viene da gridare. Da fare salti e buttarmi a terra. La felicità e infinita. Sono anni che faccio questo lavoro. Per ogni complimento mi emoziono sempre. Non voglio mai smettere di migliorare. Non ho mai smesso di studiare. Negli ultimi 5 anni ho dedicato tutto me stesso alla pizza. Senza mollare un attimo. Pensando sempre che devo far meglio. Questa è una grandissima notizia. Era inaspettato avere così tanto.
2 spicchi Gambero Rosso 86/100
Grazie mille alla mia squadra interna e esterna
E soprattutto ai nostri clienti che ci supportano e ci rendono felici
Ora più di prima ho la voglia di fare le pizze
E la mia gavetta continua..."

Così ha esultato Rosario quando ha saputo di essere entrato con 2 spicchi nella guida Gambero Rosso Pizzerie d’Italia 2020per poi riprendere il suo lavoro con l'orgoglio di chi sa che ha compiuto l'impresa.

Rosario Giannattasio giunge dal salernitano a Vicenza nel 2001, portando con sè i sapori, le tradizioni e l’esperienza maturata nella sua terra d’origine. Appassionato fin da piccolo dalla professione del pizzaiolo. La clientela della prima pizzeria d’asporto Ai Ferrovieri, aperta nel 2010, apprezza fin da subito le sue creazioni. Nel frattempo la tecnica di Rosario si affina grazie ai molti corsi seguiti per comprendere a fondo una materia “viva” come l’impasto, guidato dalla sua sana e inguaribile curiosità.

Nel 2018 nasce Acqua&Farina, il locale della città di Vicenza nel quale riunirsi e trovarsi a socializzare davanti una buona pizza: qui potrete assaggiare il suo impasto #SoffiodiGrano, il cui nome ne anticipa la leggerezza e genuinità, unita ai saporiti ingredienti e alla fantasia delle pizze proposte dal nostro Rosario. Non è ancora al vertice con i 3 spicchi, ma ci arriverà presto.

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Le Venete

TRE SPICCHI – PIZZA A DEGUSTAZIONE

I Tigli – San Bonifacio (VR) 94

Renato Bosco Pizzeria – San Martino Buon Albergo (VR)

Ottocento Bio – Bassano del Grappa (VI)

Gigi Pipa – Este (PD)

PIZZA AL TAGLIO 3 ROTELLE
Saporè Pizza Bakery – San Martino Buon Albergo (VR)

Pizzerie d’Italia 2020. Maestri dell’Impasto

Concentrati, lontani da riflettori inutili anche i protagonisti dei premi speciali della nuova guida. Sono Riccardo Antoniolo di Ottocento Bio (Bassano del Grappa) e Salvatore Santucci di Ammaccamm (Pozzuoli) i Maestri dell’Impasto premiati quest’anno; due pizzaioli di grande esperienza, che con il loro lavoro sui lieviti e gli impasti hanno raggiunto livelli eccellenti.

In Italia

4 CATEGORIE - NAPOLETANA, ITALIANA, A DEGUSTAZIONE, AL TAGLIO – PIÙ DI 700 INDIRIZZI PER RACCONTARE IL VARIEGATO MONDO DELLE PIZZERIE NOSTRANE. ALLA RICERCA DELLA MIGLIORE.

La testa della classifica
Ai vertici si confermano quei maestri che la storia della pizza italiana hanno iniziato a scriverla più di dieci anni fa e che continuano la loro strada concentrati, senza sventolare nessun’altra bandiera se non quella della qualità, dell’impegno.

96/100 per Franco Pepe (Pepe In Grani, Caiazzo) e Simone Padoan (I Tigli, San Bonifacio); 95/100 per Gabriele Bonci (Pizzarium, Roma), 94/100 per Renato Bosco (Renato Bosco Pizzeria, San Martino Buon Albergo), Massimiliano Prete (GustoDivino, Saluzzo), Enzo Coccia (LaNotizia, Napoli), Massimo Giovannini (ApogeoGiovannini, Pietrasanta), nomi attraverso i quali si è rivoluzionato il concetto di pizzeria, di pizza, a prescindere dal luogo, dalla tradizione e dalla ricetta d’origine.

Nella guida Pizzerie d’Italia 2020 sono 72 i Tre Spicchi divisi tra le categorie «pizza napoletana» (33 premiati), «italiana» (la pizza nelle varianti regionali, 15 premiati) e «pizza degustazione» (con ingredienti gourmet 24 premiati), e 8 le Tre Rotelle. Una fotografia della pizzeria contemporanea del nostro paese, con le sue mille sfaccettature, le nuove e le vecchie tendenze, le rivelazioni, i giovani che si fanno largo (sono sempre di più!) e i grandi nomi che continuano a fare scuola.

Mai come quest’anno è stato importante distinguere chi fa un lavoro serio da chi vende fumo, gli ispettori impegnati su tutto il territorio hanno preteso verità e coerenza. A cominciare da ciò che si dichiara sul menu, che deve poi corrispondere esattamente a ciò che arriva nel piatto, rispetto alla ricetta sicuramente, ma ancora di più rispetto all’origine e alla qualità della materia.

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