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Spv in Vallugana: «Metalli pesanti nei capelli dei residenti»

L'allarme è stato lanciato dai legali del comitato che da anni contesta i disagi di uno dei cantieri più contestati della Superstrada pedemontana nel comprensorio del Leogra. E il consigliere regionale Guarda incalza Zaia: «non fugga dalle sue responsabilità»

Nei capelli dei residenti che abitano attorno al cantiere Spv di Malo Vallugana ci sono metalli pesanti come ferro ed alluminio, potenzialmente pericolosi per la salute umana in concentrazioni «decisamente preoccupanti». È quanto denunciano gli stessi residenti per bocca del loro avvocato, il padovano Giorgio Destro, che oggi 25 settembre era al tribunale di Vicenza per visionare le carte «dei numerosi procedimenti civili» avviati da chi lamenta una serie di disagi legati al cantiere della Superstrada pedemontana veneta nota appunto come Spv.

«La novità è emersa - rimarca il legale ai microfoni di Vicenzatoday.it - dopo una accurata campagna di monitoraggio anche di natura medica coordinata dal nostro consulente scientifico ossia la dottoressa Marina Lecis». La quale dal suo canto spiega che dopo oltre un anno di monitoraggio ambientale, anche a fronte del prelievo di numerosi campioni, «si è potuta accertare la presenza di questi due metalli pesanti ad altissima concentrazione nella polvere di scavo, vale a dire lo smarino, che fuoriesce dal cantiere per la realizzazione del tunnel Spv tra la valle dell'Agno e il comprensorio del Leogra. Queste sostanze - prosegue Lecis - sono state rinvenute anche nelle polveri di smarino che si depositano ogni giorno sui davanzali di tutte le abitazioni limitrofe». Peraltro anche l'attività di esplosione delle mine, con tutti gli effetti di natura chicimo-fisica è stata presa in considerazione dai residenti. Non meno severo è il giudizio dell'avvocato Serena Pomaro, (padovana pure quest'ultima) la quale assieme a Destro tutela gli interessi del comitato dei residenti di Vallugana: «Quando ai nostri assistiti abbiamo trasmesso questi dati i residenti hanno immediatamente manifestato la loro preoccupazione. Ora queste persone, duramente provate da anni, attendono che la giustizia civile faccia celermente il suo corso anche perché - puntualizza Pomaro ai microfoni di Vicenzatoday.it - i disagi patiti da costoro sono doviziosamente descritti nelle carte».

Tuttavia stamani davanti al tribunale di Vicenza non c'erano solo i legali. Anche il consigliere regionale vicentino Cristina Guarda, che sull'affaire Spv-Vallugana da anni combatte «una battaglia» fatta di confronti serrati con la Regione Veneto, che poi è il concedente della superstrada in costruzione, ha voluto dire la sua. Fresca di rielezione nelle fila dei Verdi la leonicena ha puntato l'indice in primis contro la giunta regionale facendo presente «che troppo spesso l'esecutivo di centrodestra guidato dal governatore leghista Luca Zaia davanti a problemi del genere si defila. Ora poiché la situazione è divenuta insostenibile per quei residenti - aggiunge ancora il consigliere - è bene che la Regione in una con le articolazioni preposte monitori costantemente quel cantiere imponendo il rispetto delle regole a partire dalla vigilanza sul corretto funzionamento dei sitemi di abbattimento delle polveri. I residenti non possono più vivere in quelle condizioni. Questa storia va avanti da troppo troppo tempo».

Adesso chiaramente le carte passeranno al vaglio dei giudici «anche in considerazione del fatto che i procedimenti civili aperti sono parecchi». Destro, che si riserva pure «l'ennesima segnalazione in sede penale per inquinamento ambientale», spiega che la situazione di disagio «è conclamata». Sul piano giuridico la partita è comunque complessa visto che esistono due scuole di pensiero in frangenti del genere. La prima è quella che bada essenzialmente ad alcune indicazioni della legge secondo la quale non esiste un limite ben specifico per quanto riguarda la presenza di metalli pesanti nelle fibre dei capelli. Quest'ultima è una interpretazione rigida della norma che invece è contestata da chi di contro ritiene prioritaria la tutela della salute anche a fronte di soglie non superate o non bene definite perché il disagio o il danno sull'individuo si può tranquillamente manifestare anche in presenza della osservanza di una o più prescrizioni. Si tratta per vero di due approcci che si fronteggiano da anni dentro e fuori le aule di giustizia.

ASCOLTA L'AUDIO-INTERVISTA AL CONSIGLIERE CRISTINA GUARDA
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