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Figli "negati" alle coppie arcobaleno, mobilitazione di piazza: sindaci pronti a trascrivere gli atti di nascita

In 300 si sono dati appuntamento in piazza Castello per difendere i diritti delle loro bambini. Al loro fianco anche alcuni amministratori

Una manifestazione di piazza per sostenere quelle mamme che "rischiano di perdere metà della loro famiglia". Venerdì sera si sono date appuntamento in piazza Castello, a Vicenza, chiedendo solamente di indossare qualcosa di fucsia "per dire ancora una volta che siamo tutte famiglie". Il futuro dei bimbi figli di coppie omogenitoriali è nelle mani dei giudici.

Si tratta dei bambini di Padova che hanno due mamme e che sono nati dal 2017, registrati all'anagrafe dal sindaco Sergio Giordani, ma per effetto di un provvedimento del ministero dell'interno ora sarà il tribunale a decidere se potranno essere genitori.

"L'impugnazione è un'azione violenta - spiegano - Caterina (il nome della figlia) perderebbe metà della sua famiglia, metà della sua rete di protezione e cura, metà dei diritti. La genitorialità non è biologia ma molto di più. Siamo qui per ricordare che i bambini non sono reati e per dire che la comunità Lgbt vive con la paura. I nostri figli continueranno a nascere".

Presenti in piazza anche alcuni amministratori locali tra cui il primo cittadino di Vicenza Giacomo Possamai e quello di Santorso Franco Balzi.

A seguito della manifestazione cinque sindaci dell’Alto Vicentino hanno poi sottoscritto un comunicato congiunto dove hanno dichiarato di trascrivere gli atti di nascita dei bambini nati nelle coppie omoaffettive femminili. Si tratta di  Marco Guzzonato sindaco Marano Vicentino, Valentina Maculan di Carrè, Piera Campana di Breganze e Sandro Maculan di Zugliano.

“Come Ufficiali di Stato Civile - si legge nel comunicato congiunto - siamo chiamati per legge a trascrivere gli atti di nascita dei neonati: è un atto essenziale, che incide profondamente sui diritti fondamentali di questi minori. La loro identità dipende da quell’atto nel quale risultano il loro nome, il loro cognome e, soprattutto, i nominativi dei genitori, coloro che potranno legittimamente rappresentarli, educarli, curarli. Proprio per questo sentiamo forte la responsabilità di gestirlo nel massimo rispetto del nostro ordinamento, valorizzandone tutti i principi, in primis quelli a tutela dell’infanzia. Sempre più coppie, anche di orientamento omosessuale, condividono un progetto genitoriale ricorrendo all’estero alla procreazione medicalmente assistita. L’iter, normato da alcune leggi straniere, prevede che entrambi i componenti della coppia siano qualificati come genitori, sia che abbiano fornito materiale genetico, sia che siano i c.d. genitori di intenzione. In Italia la procreazione medicalmente assistita è invece riservata alle coppie eterosessuali: la gestazione per altri è reato. Questa è la dimensione normativa che siamo chiamati a rispettare e applicare, anche quando la realtà si esprime con altre dinamiche, e corre più veloce del legislatore: è anche all’interno di questa dimensione, incarnata nella vita delle persone, che i Sindaci lavorano, ogni giorno.

Abbiamo letto con attenzione le sentenze n. 33/2021 della Corte Costituzionale e n. 38162/2022 delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione. Entrambe le Corti ricordano come tutti i figli siano uguali e ribadiscono il diritto dei minori a vedere riconosciuta la genitorialità di entrambi i loro genitori. Riferendosi ai soli figli nati da gestazione per altri, ribadiscono come tale pratica costituisca reato per l’Italia e sia lesiva della dignità della donna. Con la conseguenza che, in questi casi, nella trascrizione dell’atto di nascita potrà essere inserito soltanto il genitore biologico. L’altro genitore, secondo la Cassazione, dovrà adire “all’adozione in casi particolari”.

Le due sentenze vietano la trascrizione solo nel caso di gestazione per altri: nulla vietano con riferimento alle altre forme, che sono anzi riconosciute dalla giurisprudenza della Cassazione, della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e da molti Tribunali italiani, sulla base di una interpretazione costituzionalmente orientata delle leggi esistenti, che valorizza i diritti dei minori. Ci sembra oggi essenziale sottrarci dalla sterile discussione tra fautori della famiglia tradizionale e sostenitori di nuovi modelli familiari, e concentrarci sull’unica cosa che conta: i diritti dei bambini ad essere curati da entrambe le persone che hanno condiviso il progetto genitoriale. 

Confortati dalla giurisprudenza interna e internazionale riteniamo doveroso dunque procedere con la legittima trascrizione degli atti di nascita – sia di quelli che si formano direttamente in Italia sia di quelli formati all’estero – di coppie omogenitoriali, che non abbiano fatto ricorso alla surrogazione. Crediamo che una scelta di questo tipo debba essere diffusa e condivisa tra tutti i Sindaci, con la creazione di una rete di tutela che garantisca all’infanzia i diritti che merita.

Ci preme infine sottolineare come entrambe le Corti, nelle sentenze sopra citate, valorizzino il diritto dei figli alla doppia genitorialità. Secondo la Corte di Cassazione, sarebbe oggi garantito dalla possibilità, per il genitore di intenzione, di adottare suo figlio/figlia, mentre la Corte Costituzionale, di diverso avviso, ritiene tale strumento non idoneo alla piena tutela dei minori. La Corte ha però invitato il Parlamento a intervenire con urgenza sul tema. Ancorandoci a questa forte sollecitazione della Corte Costituzionale vogliamo ricordare al legislatore e a tutti i cittadini che anche questi figli hanno il diritto di avere due genitori, e soprattutto di poterlo avere in modo rapido, efficace, senza esborsi di denaro, valutazioni psicologiche ed interventi dei Giudici.

Tutti i figli che nascono ci chiedono di prenderci cura di loro. Non possiamo, come Sindaci, lasciare la loro richiesta priva di risposta, men che meno per pregiudizi o ideologie".

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