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Covid-19 alla Laserjet, monta la polemica

La Cgil definisce «irresponsabile» la condotta del manager della nota ditta del Basso vicentino che «è andato in giro» pur sapendosi positivo. Il capitano d'industria, che nel 2015 definiva la politica «una merda» pur facendo endorsement per un candidato di centrodestra, è stato invece difeso da un consigliere comunale leghista

Mentre la vicenda del nuovo focolaio vicentino di Covid-19 sta riempendo le cronache dei media veneti e persino nazionali, il fatto che il contagio abbia interessato la Laserjet di Pojana Maggiore sta dando parecchi pensieri ai sindacati.  Giuseppe Perfetto, responsabile di zona per la Fiom-Cgil, ai taccuini di Vicenzatoday.it si dice molto «affranto per quanto è accaduto» non solo per i rischi per la salute dei dipendenti, che sono circa 170, ma «anche per la ricaduta sul piano della sicurezza sanitaria e sociale che una situazione del genere può comportare su tutto il territorio», vieppiù in considerazione «della consistente interconnessione» tra le imprese della zona.

«FATTO ASSAI GRAVE»
Secondo il sindacalista «il fatto che uno dei manager apicali della società si sia rifiutato di farsi ricoverare andando poi in giro per il Veneto» pur avendo saputo dalle strutture sanitarie di essere contagiato «è un fatto assai grave». Che infatti è stato stigmatizzato pure dal governatore veneto in persona, vale a dire il leghista Luca Zaia. Epperò Perfetto va oltre e al di là della questione dei contagi potenziali, a partire da quelli che potrebbero interessare i dipendenti della ditta che fa capo alla famiglia Fraron. Rileva il sindacalista che la condotta del manager, va considerata «a tutti gli effetti una condotta irresponsabile» anche in ragione del tessuto locale della zona che «tra bar, vicinato e luoghi di lavoro» può favorire una propagazione del virus «che nessuno davvero si augura».

LA CRITICA A FDI
Ad ogni modo Perfetto, commentando il comportamento del top manager dedica una riflessione anche al consigliere regionale albettonese di Fdi Joe Formaggio. Quest'ultimo sul Corriere veneto di oggi 4 luglio in terza pagina aveva definito «una leggerezza imperdonabile» il fatto che il medesimo manager sia andato «in giro» pur sapendosi «positivo al Covid». Tuttavia il funzionario della Cgil considera «doppiamente irresponsabile» l'uscita di Formaggio che suonerebbe come una sorta di voluntas diminutionis rispetto alla stessa condotta del manager.

Ancora più esplicito di Formaggio è stato il leghista Patrik Fontana (consigliere comunale di minoranza a Pojana Maggiore) il quale sul suo profilo Facebook ha difeso a spada «l'imprenditore» molto noto nel circondario: «... Ci scordiamo sempre di quando abbiamo chiesto aiuto... a quell'uomo che mai ha detto no... Io sto vicino ad un amico, ad una azienda che ha reso grande il mio paese, la mia frazione, il mio territorio... Condanno la poca attenzione e osservanza delle delle direttive regionali, ma non lascio solo chi ha aiutato il mio paese». Per quel post Fontana nel giro di pochissimo è stato subissato di critiche al curaro, alcune delle quali sfioravano lo sberleffo.

TRA I TRASCORSI L'ENDORSEMENT POLITICO A TONIOLO
Il manager per vero è conosciuto non solo dal punto di vista del business della sua ditta (nel comprensorio è considerata peraltro una delle realtà più dinamiche e proietatte sui mercati ed è nota per essere poco o per nulla sindacalizzata): ma anche per la sua vicinanza alla politica. Non c'è solo infatti solo l'amicizia vantata da Fontana. Nel 2015 infatti il manager oggi contagiato fu endorser della campagna elettorale per le regionali del moderato Costantino Toniolo: vicentino, uomo di spicco tra gli azzurri berici, poi passato all'Ncd. Il dirigente è ben conosciuto tra i suoi aficionados proprio perché nel 2015, nonostante appoggiasse Toniolo, definì la politca «una merda»

PAROLE DI FUOCO DALLA CUB
In serata in ultimo è intervenuto anche il sindacato di base Cub che con una nota del responsabile per il Vicentino Maria Teresa Turetta non va per il sottile: «Un manager della Laserjet di Pojana Maggiore, una volta appreso di essere contagioso al Covid-19 perchè positivo al tampone - si legge - ha rifiutato il ricovero» rischiando di appestare, fa sapere Turetta ai taccuini di Vicenzatoday.it, «i propri collaboratori oltre che altri ignari cittadini. L'ex sindaco di Albettone... Formaggio, ora approdato in consiglio regionale, bolla tale comportamento come una leggerezza perchè», evidentemente, argomenta Turetta che distilla una critica nel senso di due pesi e due misure, «si tratta di un industriale».

DUE PESI DUE MISURE: FORMAGGIO NEL MIRINO
E il j'accuse non finisce qui. «Sarebbe interessante capire  - si legge ancora - che cosa avrebbe detto l'ex sindaco Formaggio se ad essere positivo al Covid-19 fosse stato un lavoratore dipendente o un immigrato. La risposta già la sappiamo: il lavoratore sarebbe stato licenziato in tronco, l'immigrato cacciato e messo alla berlina pubblicamente. C'è da chiedersi se all'interno della azienda ci fossero sindacalisti e perché eventualmente non abbiano detto o scritto nulla».

Poi un'altra bordata: «Questa faccenda deve preoccupare tutti noi: quello che è successo» nella Bergamasca, dove il contagio ha raggiunto livelli colossali, «non deve succedere altrove. Le aziende in modo criminale hanno continuato a lavorare nonostante non si sapessero più dove collocare le bare per la sepoltura dei morti. Il capitale prevale sulla salute pubblica, sulle persone, sul territorio e per noi, a differenza di una certa politica, certi atteggiamenti scriteriati non sono una leggerezza ma un crimine». Chi scrive ha anche interpellato la società per conoscere il punto di vista di quest'ultima sull'intera vicenda. Al momento però non è stato possibile avere alcun commento.

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