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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Voragine al cantiere Spv di Cornedo, «indaghi la magistratura»

Il consigliere regionale Guarda ha depositato un lungo esposto alla procura berica chiedendo lumi sulle operazioni di scavo attorno «al cratere» della contada Cracchi: «vogliamo sapere se i lavori hanno violato le norme penali sull'ambiente»

«È clamoroso, dopo avere denunciato pubblicamente che quelle opere a ridosso del cantiere Spv di Cornedo erano potenzialmente abusive, nelle ultime ore abbiamo potuto constatare come che qualcuno si è peritato di farle sparire: ma le foto e le immagini aeree in mio possesso dimostrano quanto accaduto. Voglio capire se sia stata manomessa senza permesso un'area vincolata». Non usa mezzi termini il consigliere regionale Cristina Guarda (gruppo Civica per il Veneto ) la quale oggi 29 gennaio poco prima di mezzodì ha presentato un corposo esposto alla Procura della repubblica di Vicenza chiedendo che la magistratura accerti eventuali illeciti commessi da Sis, il privato incaricato di realizzare la Superstrada pedemontana veneta, nota come Spv, ma che accerti anche eventuali illeciti commessi dalla Regione Veneto in tema di omesso controllo visto che proprio palazzo Balbi è il soggetto concedente.

IL PROLOGO
Il prologo della vicenda risale ad una settimana fa quando la leonicena Guarda (che a palazzo Ferro Fini milita tra le fila della opposizione di centrosinistra) annunciò di avere indirizzato un esposto al Ministero dell'ambiente. Un esposto in cui veniva messo sulla graticola l'operato della Sis accusata di aver manomesso i terreni attorno a contrada Cracchi, proprio nel comune di Cornedo, nel tentativo di cominciare a riempire una voragine che si era creata a ridosso del cantiere, probabilmente, questo almeno è il dubbio di Guarda, a causa di carenze nel progetto e nella esecuzione dei lavori. In quella occasione Guarda accluse all'esposto «alcune foto ed un filmato realizzato col drone che non solo immortalavano la voragine» della cui esistenza si sapeva da settimane peraltro, ma «immortalavano appunto la presenza di alcuni manufatti, tra cui una via di accesso al sito spianata sul terreno, con ogni probabilità pensati per cominciare a riempire quel cratere». 

IPOTESI DI REATO
Il problema però è che per mettere le mani su quella terra, poiché su quest'ultima insiste un vincolo naturalistico regionale noto come Sic, «sarebbe servita una autorizzazione speciale da parte degli uffici di palazzo Balbi. Poiché - attacca ancora il consigliere  - sebbene io abbia chiesto agli uffici se quei lavori siano stati o meno autorizzati a norma di legge e poiché dagli stessi uffici regionali si sono ben guardati all'oggi di fornirmi la benché minima risposta, ho deciso di segnalare la cosa alla procura di Vicenza affinché valuti eventuali condotte penalmente rilevanti da parta di Sis ed eventuali condotte omissive, in primis in materia di sorveglianza, da parte della Regione. A tutti deve essere chiaro che manomettere senza permessi una zona Sic è un reato ambientale che va accertato e punito». Ed è proprio sulla scorta di questi dubbi che Guarda ha depositato il suo esposto stamani a Borgo berga

CRITICHE AL VETRIOLO
Tuttavia oggi il consigliere è tornato ancora una volta sulla querelle infinita della voragine. «È deprimente sentire il responsabile della struttura regionale di controllo sulla Spv, l'ingegnere Elisabetta Pellegrini, minimizzare il rischio cui la cittadinanza è esposta a casa di quegli scavi sotterranei. E soprattutto è allucinante che Pellegrini abbia sostenuto, affermando cose platealmente non vere, che gli scavi non passino sotto una delle case della contrada Cracchi a Cornedo, come non si può ignorare che quella famiglia, che ha costruito quella casa in anni di sacrifici e di privazioni, sia stata messa a parte del passaggio degli scavi solo di recente. Alla Pellegrini poi chidiamo di commentare le immagini eloquenti che abbiamo diffuso in modo che ci dica se la Sis abbia agito o meno secondo le regole. Poi vorremmo sapere quali azioni di vigilanza gli uffici regionali abbiano o meno messo in campo».

QUESTIONE DI DIRITTO
Ad ogni buon conto l'esposto depositato oggi dal consigliere regionale arriva in un momento particolare. In ragione di quanto stava accadendo a Cornedo le autorità erano state informate con un primo esposto del gruppo ambientalista Covepa già il 23 dicembre. Poi la settimana passata c'era stato il grido d'allarme di Guarda. Ora se c'era un reato in essere pubblicamente denunciato su tutti i media perché la magistratura non si è mossa per sequestrare l'area visto che la legge penale impone giustappunto alle autorità preposte che vengono a conoscenza di un reato in fieri di farlo cessare? Questo è il quesito che da un paio di giorni gira tra i residenti della contrada Cracchi tra i quali per di più aumenta la preoccupazione per gli effetti collaterali degli scavi della Spv lungo la Priabona.

LO SCENARIO
Frattanto le agenzie di stampa di mezza Italia rilanciano l'ipotesi che per completare le opere in qualche modo prodromiche ai giochi olimpici (e fra queste c'è chi comincia a considerare papabile anche la Spv o Superstrada pedemontana veneta che dir si voglia), serviranno alcune deroghe: come potrebbe servire forse la creazione di uno o più commissari ad hoc con poteri speciali (una ipotesi del genere per esempio è stata tratteggiata sul Corriere del Veneto di oggi in prima pagina).

Questo scenario però ha riportato a galla le polemiche di chi ritiene che un «eventuale aiutino o aiutone» alla Spv «con la scusa dei giochi invernali» non sia altro che un escamotage per cercare di togliere la stessa Spv «dall'impantanamento senza fine in cui è finita a causa delle rogne capitate al cantiere del tunnel della galleria Malo-Cornedo-Castelgomberto» fa sapere il portavoce del Covepa Massimo Follesa. Il quale proprio sul tema aveva già lanciato i suoi strali ai primi di dicembre. Ad ogni modo sui rischi che si possono nascondere dietro al binomio deroghe e grandi opere da anni non mancano le voci critiche. Nel novembre del 2019 aveva preso posizione anche Laura D'Ambrosio, un magistrato della Corte dei conti che all'argomento ha dedicato una lunga riflessione.

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