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Il trappolone: perchè il problema non è il braccio teso

Tutti sono caduti nel trappolone di Cicero. Quello di far sfogare la polemica in un ambito sterile quando la sua giunta un’altra polemica se la meriterebbe tutta, quella dovuta a chi sta dicendo sì ad un progetto per il passaggio della cosiddetta Tav sul territorio vicentino

Alcuni giorni fa l’assessore alle infrastrutture del comune di Vicenza Claudio Cicero (civico col cuore a destra ma che non disdegna i flirt politici con la sinistra) ha festeggiato il suo ventennio in politica con un saluto da un balcone (ndr: immortalato da Il Giornale di Vicenza) che ad alcuni pezzi del centro-sinistra berico è suonato come una apologia del fascismo.

Premesso che quel gesto non ha nulla di illecito ma è solo stupido, il problema di fondo però sta nelle critiche che sono piovute i giorni appresso. Centrosinistra, cenronord, centrosud, pezzi dell’ex galassia dei centri sociali, pure aficionados di area Anpi... Tutti sono caduti nel trappolone teso da Cicero. Quello di far sfogare la polemica in un ambito sterile quando la sua giunta un’altra polemica se la meriterebbe tutta.

Quella dovuta a chi sta dicendo sì ad un progetto per il passaggio della cosiddetta Tav sul territorio vicentino.

Un sì ad un’opera tanto inutile quanto foriera di scempi ambientali e di ruberie. La storia delle malversazioni e delle devastazioni ecologiche delle grandi opere in Italia è una costante. Ma siccome rispetto a quel progetto (che è stato fatto ingollare alla popolazione con una propaganda e un cocktail di falsità questi sì di stampo fascista) quasi tutto l’arco politico è favorevole perché lo chiede quella stessa Confindustria che un secolo fa fu tra i main sponsor dell’ascesa di Benito Mussolini, allora il tema del passaggio della Tav rimane lì in un cassetto. Il tutto mentre i capponi di Renzo si scontrano su quel poco e su quel poco di innocuo che rimane quale terreno di scontro. Il braccio di Cicero.

Rimane solo da capire se coloro che si sono prestati a questa polemica lo abbiano fatto perché nel Veneto oltre alla terra sono stati asfaltati anche i neuroni, pure di coloro che si collocano a gauche, o perché lorsignori sono animati dalla peggior mala fede. Quella di chi ignorando la luna abbaia al dito. Lo stesso dito che di lì a breve sarà infilato nello sfintere del contribuente medio, anzi mediocre, che bolso, becco e bastonato, si guarderà bene dal protestare per ciò che veramente una dura protesta la merita.

A lorsignori dall’esposto facile, a coloro che sono scattati contro Cicero come il meccanismo vuoto di una trappola per topi, dove il sorcio si frega sempre il formaggio, andrebbe chiesta una cosa. Alcuni giorni fa durante un briefing in pompa magna a palazzo Trissino le categorie economiche hanno avuto l’ardore di affermare che la Tav (che poi è una linea ad alta capacità perché il Tgv alla francese da anni è stato abbandonato proprio perché il progetto era una assurdità) non peserà sul bilancio dello Stato infrangendo i vincoli posti dai trattati europei, perché la finanzieranno i privati. Ora di fronte ad una tale idiozia tanto falsa da risultare oscena perché i guardiani dell’ortodossia morale hanno tracannato questa dose 3x2 di olio di ricino metaforico senza dire alcunché? Paura che il padrone del vapore s’incazzi e gli tolga saluto e paghetta?

Fino al giorno in cui non si vedrà almeno uno degli ultracritici nei confronti di Cicero dimostrare sotto la sede di palazzo Bonin Longare al grido di «chi vuole la Tav è come un fascio» o «No Tav no mafia», allora ben poco si potrà sostenere circa la coerenza dei salottieri mannari che hanno trovato sulla tastiera la loro ultima riserva indiana. Se dire o fare idiozie è l’unico modo rimasto per sembrare vivi allora è meglio che certi palafrenieri del nulla si tolgano di mezzo.

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