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«Più morti da tumore per i lavoratori Miteni»

È la tesi di uno studio studio redatto da due ricercatori incaricati dalla Regione Veneto e pubblicato su una rivista scientifica. La Rsu della Cgil: «Preoccupazione per le maestranze»

La presenza dei Pfas nel siero sanguigno dei lavoratori della Miteni avrebbe aumentato il fattore di mortalità relativamente al cancro al fegato e relativamente alle neoplasie maligne del tessuto linfatico ed ematopoietico, ovvero il tessuto in cui avviene la produzione di alcuni elementi base del sangue. È questo il risultato di uno studio pubblicato ieri 19 settembre sul portale olandese Sciencedirct.com, portale che a sua volta cita la prestigiosa rivista scientifica Enviromental research.

La ricerca il cui risultato era pronto da diverse settimane, è stata condotta da Paolo Girardi ed Enzo Merler, due responsabili del settore epidemiologia della «Azienda zero» presso la Regine Veneto. L'obiettivo dello studio esposto in 28 pagine era quello di valutare eventuali correlazioni tra i fattori di mortalità e la esposizione ai Pfas dei lavoratori della Miteni, la fabbrica trissinese al centro del maxi caso di contaminazione, appunto da Pfas, temutissimi derivati del fluoro, caso che da anni tiene banco sui media regionali e nazionali. Il periodo preso in esame va dal 1970, quando la Miteni si chiamava Rimar ed apparteneva alla famiglia Marzotto, fino al 2018: più nel dettaglio l'approfondimento dei due ricercatori ha riguardato una platea di 462 maschi che hanno lavorato presso lo stabilimento trissinese fino al 2009.

Frattanto si registrano le prime reazioni. Renato Volpiana, delegato sindacale aziendale Rsu Miteni in forza alla Cgil-Filctem, fa sapere: «Apprendiamo in queste ore che lo studio BioPfas, sulla mortalità dei lavoratori lavoratori Rimar-Miteni è stato pubblicato su una rivista scientifica. Ferma restando la nostra grande preoccupazione di fondo sulla contaminazione subìta, leggeremo con la dovuta attenzione  questa nuova pubblicazione, richiedendo ed ascoltando il parere degli esperti».

Ora la ricerca curata dal dottor Girardi e dal dottor Merler, divenuta di dominio pubblico, è a disposizione della comunità scientifica e non solo della comunità scientifica, per ulteriori approfondimenti. Peraltro la Regione Veneto già alcune settimane fa aveva messo a disposizione degli esperti un lavoro dei due ricercatori che in qualche modo costituiva una corposa premessa rispetto a quanto è stato pubblicato ieri.

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