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«Binge Drinking», il rito alcolico del nord: a rischio 16mila adolescenti vicentini

Le cronache registrano sempre più frequentemente i casi di minorenni anche sotto i 13 anni che finiscono in ospedale per il troppo alcol ingerito. «Sono casi sporadici, il vero problema è ancora sommerso e si abbassa sempre più l'età dei consumatori», sottolinea Luigi Piloni direttore del Serd di Bassano

La notizia delle tre studentesse bassanesi 15enni che un mese fa sono finite in ospedale per un malore causato da un cocktail a base di vodka e gin che hanno bevuto prima di recarsi all'assemblea di istituto ha fatto il giro d'Italia. Episodi di questo genere sono abbastanza frequenti nel vicentino e sono indicativi di un fenomeno molto più pericoloso che sta colpendo gli adolescenti berici. Si chiama Binge Drinking  e il nome deriva dall'usanza dei giovani svedesi che, come rito di iniziazione per il passaggio dall'adolescenza alla maturità, si dedicavano a una colossale bevuta durante un viaggio in traghetto fino in Danimarca.

Dalle nostre parti il rito si traduce come una sorta di sballo fine a se stesso, fatto con l'unico scopo di ubriacarsi il più possibile. La bevuta si fa principalmente il fine settimana, a casa di amici oppure in qualche locale. Gli alcolici - visto che molti "binger" sono minorenni - si procurano dalle case dei genitori oppure si incarica il maggiorenne del gruppo a fare la spesa. Anche il marketing dei locali e dei produttori di alcolici ci mette del suo confezionando superalcolici alla frutta, che abbassano il grado e li rendono appetibili anche alle ragazze. La "moda" è cresciuta nel corso degli anni '10 e sta interessando fasce di età sempre più giovani, anche sotto ai 13 anni.

NON È UN PAESE PER SOBRI 

«Capita che vanno in ospedale e poi finiscono da noi ma questa è solo la punta di un iceberg - sottolinea Luigi Piloni - direttore del Serd di Bassano del Grappa - il problema che mette rischio alcolismo circa 20mila adolescenti e pre adolescenti nella nostra provincia è nascosto e insidioso e il lavoro da fare è tutto culturale e di prevenzione». Ma chi va al Serd è solo una piccolissima parte di giovanissimi dediti all'abuso di alcolici. Molti si svegliano al mattino con il mal di testa e il demone dell'alcol si insinua in loro lentamente, i genitori ignorano o sottovalutano il problema e si ritrovano, se sono fortunati, a 40 anni sulla strada dell'alcolismo cronico e a 50 con seri problemi epatici. «D'altra parte - aggiunge il direttore - dalle nostre parti il consumo di alcol è ancora visto come un fenomeno "culturale" ed è molto spesso sottovalutato"

Secondo una ricerca dell'Istituto Superiore della Sanità in Italia sono circa 17 mila i decessi ascrivibili all’alcol, 12 mila tra i maschi e 5 mila tra le femmine. Purtroppo la classe di gran lunga più rappresentata è quella tra i 15 e i 20 anni. Tra gli 11 e 17 anni sono considerati consumatori a rischio un ragazzo su cinque e una ragazza su sei. Il 17% di tutte le intossicazioni alcoliche che arrivano al pronto soccorso, in Italia ,è registrata tra i ragazzi e le ragazze minori di 14 anni. 

«Sono dati assolutamente in linea anche nella nostra provincia  e l'adolescente deve risolvere con i propri mezzi e nella sua quotidianità, l’ansia , l’angoscia, la paura di vivere, di rimanere soli, compiti nei quali si inserisce il Binge Drinking - conclude Piloni - come Serd, aldilà dei compiti istituzionali, contribuiamo, con la preziosa collaborazione degli insegnanti, alla crescita dei ragazzi, attraverso  un linguaggio nuovo, che piace ai giovani, come ad esempio quello delle emozioni  utile tanto nella poesia ,  quanto nella storia o nella matematica. E cerchiamo, attraverso molti progetti, di far nascere in loro il pensiero critico». 

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